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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018, noto con il termine Def.
Sin dalle prime pagine del Def si intuisce la presenza di elementi di discontinuità rispetto al passato. Il premier, Giuseppe Conte, e il Ministro delle Finanze, Giovanni Tria, precisano infatti che il Governo adotterà un “diverso percorso di aggiustamento del saldo strutturale” pur “condividendo l’obiettivo della riduzione del debito pubblico”.
Un maggior deficit con l’obiettivo di stimolare la crescita è il leitmotiv di questo Def.
La crescita economica, sottolinea il Governo, va intesa “in un quadro di coesione e inclusione sociale”. Conti alla mano, l’indebitamento netto (deficit) sarà pari al 2,4 per cento del PIL nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all’1,8 per cento nel 2021. In questo articolo, approfondiamo il tema sul deficit.
Si tratta di circa 37 miliardi di euro aggiuntivi che lo Stato spenderà nell’economia. Nonostante l’aumento dell’indebitamento pubblico, il Governo si dice fiducioso nella capacità di abbassare il rapporto debito/PIL, grazie ad una maggiore crescita.
I presupposti che hanno spinto il Governo ad adottare questo programma, si legge nella Nota, sono dettati dai numeri definiti “inaccettabili” che riguardano l’economia italiana.
Il PIL reale italiano è ancora sotto del 6% rispetto ai livelli pre-crisi, ci sono 5 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà e il tasso di disoccupazione è ancora del 10%.
Un altro aspetto non di poco conto è l’ampliamento del divario di crescita nei confronti dell’Europa nell’ultimo decennio.
Questo grafico fa vedere il confronto tra il PIL reale italiano (al netto dell’effetto dell’inflazione) e il PIL reale tedesco dal 2007.
Passiamo adesso ad elencare e conoscere le nuove misure introdotte dal Def.
Il Reddito di Cittadinanza è una delle misure primarie previste dal Def. Ma a chi andrà il Reddito di Cittadinanza?
Lo strumento entrerà in vigore nel 2019 e sosterrà i redditi di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (780 euro al mese). Il Reddito di Cittadinanza opererà in via completamente digitale, riducendo tempi costi e possibilità di frodi.
Lo scopo è di garantire un reddito per coloro che si trovano nelle complicate fasi di transizione e fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro. A fianco al reddito di cittadinanza ci sarà infatti la riforma e il potenziamento dei centri per l’impiego sulla base del modello tedesco “Hartz IV”.
La precedente Legge di Bilancio 2018 aveva previsto per gli anni successivi aumenti delle aliquote IVA e delle accise sulla benzina. Secondo quanto si legge nella nota di aggiornamento del Def, “tali aumenti avrebbero avuto un effetto depressivo sulla domanda aggregata e sul PIL e avrebbero fatto accelerare la crescita dell’inflazione”.
Parte del deficit verrà quindi destinato alla cancellazione degli aumenti delle aliquote IVA che sarebbero entrati in vigore già nel 2019.
Secondo il Governo, l’attuale sistema pensionistico (Legge Fornero) “impedisce alle imprese il fisiologico turnover delle risorse umane impiegate nel breve e medio periodo”.
Questo effetto viene visto piuttosto come un paradosso, “per il quale i giovani, anche con elevata istruzione, rimangono fuori dal mondo produttivo mentre le generazioni più anziane non possono uscirne”.
Il nuovo impianto prevede l’introduzione di modalità di pensionamento anticipato con quota 100 (somma di età anagrafica e anni di contributi).
Non sarà una flat-tax come l’economista Premio Nobel Milton Friedman aveva ipotizzato nello scorso secolo… Non esisterà dunque un’aliquota fissa per tutti, bensì verrà previsto dall’anno prossimo anno l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato d’imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani.
L’introduzione della flat tax per professionisti e piccole imprese, ribadisce il Governo, è una forma di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e favorirà la crescita e l’occupazione.
Il Def prevede il taglio dell’imposta sugli utili d’impresa per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi. Si applicherà un’aliquota ridotta, pari al 15 per cento, sui redditi di impresa destinati all’acquisto di beni strumentali e alle nuove assunzioni.
Per dare stimolo alla crescita, una delle misure chiave del Def è il rilancio degli investimenti pubblici. Le risorse finanziare destinate agli investimenti pubblici, precisa il Def, ammontano a circa 150 miliardi nei prossimi 15 anni, di cui 118 miliardi possono essere considerati immediatamente attivabili.
Nel settore universitario è poi previsto un allargamento della no-tax area, al fine di ampliare la platea di studenti beneficiari dell’esenzione. Il Governo punterà anche a realizzare opportune sinergie tra il pubblico e il privato nel campo della ricerca scientifica e tecnologica.
Il Def stabilisce misure di sostegno all’export italiano, ed in particolare per quei settori che sono stati recentemente oggetto di politiche commerciali di stampo protezionistico. In primis, si guarda al manifatturiero avanzato, ma anche al settore delle infrastrutture e delle costruzioni.
Secondo il Governo sussiste “un’indifferibile esigenza di manutenere il territorio e mettere in sicurezza la rete di infrastrutture, quali viadotti, ponti, gallerie, ecc…” Gli interventi riguarderanno opere realizzate nella stessa epoca o precedenti il ponte Morandi di Genova.
Il Governo intende inoltre chiedere alla Commissione Europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio per queste finalità.
Per i risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto a seguito delle risoluzioni bancarie, il Def prevede possibilità di accedere a prestazioni di ristoro, senza meglio precisare termini e condizioni.
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