La svolta è vicina! L’hanno detto in questi giorni i vertici del Governo e di Banca d’Italia indicando segnali di ripresa all’orizzonte. Perfetto. La stessa Banca d’Italia tuttavia, in una recente pubblicazione, traccia un bilancio catastrofico sullo stato di salute dell’industria nazionale. Dove starà la verità?
La crisi economica ha avuto un impatto devastante sulla produzione industriale in Italia con forti conseguenze sul benessere dei cittadini. È quanto emerge chiaramente dal grafico sottostante tratto dallo studio di Banca d’Italia. Il rallentamento della produzione industriale successivo allo scoppio della crisi è stato molto maggiore in Italia che non in altre nazioni e soprattutto la ripresa, sostenuta in altri paesi (soprattutto in Germania), si è arrestata nel 2011 (crisi dell’area euro) per poi crollare fino ai minimi attuali.
L’analisi svolta dai ricercatori di Banca d’Italia si sviluppa ad ampio raggio toccando diversi aspetti che saranno probabilmente oggetto di post futuri su Risparmiamocelo. Per adesso ci focalizziamo sul messaggio centrale che emerge ovvero la perdita di competitività del sistema industriale. Questo tema è centrale in quanto la crisi è stato solo l’evento scatenante il crollo dell’attività industriale, ma le cause risiedono in alcune componenti strutturali del tessuto economico italiano. Il grafico seguente mostra l’andamento medio della “produttività totale dei fattori”, un indicatore utilizzato per misurare l’efficienza di un’impresa.
In poche parole il grafico ci dice che l’industria italiana ha vissuto un decennio di perdita di competitività indipendentemente dalla crisi economica e che la produttività ad oggi è a livelli inferiori rispetto ai primi anni Novanta. Non sorprende neanche l’andamento divergente rispetto all’industria tedesca che vede la propria produttività aumentare costantemente negli anni.
Qual è la causa di questa enorme perdita di competitività media rispetto agli altri paesi europei? La risposta è tutt’altro che scontata e la ricerca pone l’accento su alcuni fattori rilevanti che proviamo a riassumere qui:
Ovviamente ognuno dei temi menzionati sopra richiederebbe un approfondimento e soprattutto delle politiche ad hoc, ed è assurdo pretendere delle soluzioni immediate. Tuttavia, a quasi quattro mesi dall’insediamento del Governo, nei quali il tema più urgente è sembrato essere il futuro dell’IMU, gli Italiani non hanno bisogno di ottimistiche (paternalistiche) rassicurazioni, ma che la classe politica si impegni attivamente sui fronti davvero cruciali per il futuro del sistema Paese (e non per la rielezione alla prossima tornata elettorale).