Avere accesso alle informazioni è una delle caratteristiche essenziali in grado di rendere un prodotto o un settore efficiente e competitivo. Per anni, il mondo finanziario è stato caratterizzato da situazioni di asimmetrie informative nelle quali si rilevava una scarsa trasparenza e un modo inadeguato di comunicare il prodotto.
Nella scelta di un investimento, sono pochi gli aspetti che ricadono sotto il controllo degli investitori e, tra questi, non ci sono di certo le performance future. Chi vi sta promettendo questo, sta semplicemente bluffando.
Al contrario tutto ciò che riguarda le spese, i rischi e il tipo di gestione, sono alcune delle qualità che possono essere valutate ex ante dall’investitore.
Molto spesso, tuttavia, tendiamo a sottovalutare i costi che dobbiamo sostenere per i nostri investimenti. Così, commissioni annue dell’ordine del 2% o del 3% ci possono apparire basse se non abbiamo accesso alle informazioni di mercato. Questo è un errore di valutazione che nel tempo può assumere dimensioni decisamente rilevanti. Ma facciamo chiarezza con un esempio.
Immaginate di investire 10.000 euro. Se il vostro investimento rende il 6% (in media) all’anno per i prossimi 25 anni e non prevede alcun costo, alla fine otterrete circa 43.000 euro.
Se, invece, l’investimento prevede un costo del 2% all’anno,dopo 25 anni otterrete circa 26.000 euro.
Una cosa è certa: il 2% che paghiamo ogni anno ha spazzato via il 40% del valore finale del nostro capitale.
Pertanto, sarebbe più corretto pensare, che il 2% non suona poi come un numero così basso, non credete?
Numerose ricerche condotte sul mercato dei fondi comuni d’investimento hanno evidenziato che i fondi meno costosi ottengono performance maggiori di quelle dei fondi più costosi.
Questo si verifica proprio perché i gestori che applicano costi più elevati hanno bisogno di un maggior numero di anni per recuperare il gap di rendimento.
Ma a questo punto mi chiedo: “Come faccio a investire? Quali sono i prodotti migliori sul mercato e quali andrebbero assolutamente evitati?”
Sarebbe così utile avere accesso ad informazioni che ci consentono di confrontare i vari fondi comuni d’investimento presenti sul mercato proprio come facciamo ogni giorno per qualsiasi tipo di prodotto o servizio.
Così ho scoperto Angel Costi, un app che mi permette di confrontare tutti i fondi comuni d’investimento venduti in Italia e valutarli in base al rapporto qualità-prezzo.
Per qualità, si intende la modalità con cui il fondo viene gestito mentre il prezzo rispecchia la struttura commissionale del fondo.
I fondi comuni possono essere infatti gestiti attivamente, attraverso un costante lavoro di ricerca, analisi e selezione da parte del gestore, oppure passivamente, nel caso in cui il fondo replica un indice di mercato e non richiede interventi da parte del gestore. Di fatto, i due stili sono differenti ed è corretto sostenere che anche la struttura commissionale debba adeguarsi a queste differenze.
Angel Costi analizza la struttura commissionale di un fondo comune d’investimento e ne controlla la conformità con l’attività di gestione realmente offerta.
Grazie a Angel Costi è possibile avere finalmente un prodotto innovativo, trasparente ed efficiente per agire da investitori informati.
Come funziona Angel Costi?
Come avviene con le auto, anche il confronto dei fondi comuni può essere fatto secondo determinate categorie.
Supponiamo di scegliere i fondi azionari, a quel punto occorre selezionare la classificazione per area geografica (ad es Azionario pacifico) o paese (ad esempio Italia) o per dimensione (ad es Euro large cap) o per settore (ad es Immobiliare).
Successivamente, Angel Costi dispone i fondi della categoria all’interno di una matrice suddivisa in quattro quadranti:
Low-Cost – si tratta di fondi a costi bassi che però possono indicare la presenza di una gestione passiva;
Star – considera i fondi che presentano costi bassi associati a una gestione potenzialmente attiva;
Premium – aggrega fondi a gestione attiva che presentano elevate commissioni di gestione;
Bad – identifica fondi potenzialmente closet indexing, e cioè che associano a costi elevati ad una gestione passiva.
La redazione di Risparmiamocelo! ha scelto di analizzare la categoria dei fondi Obbligazionari Breve Termine che investono in titoli europei.
I fondi sono stati ordinati secondo l’indice di efficienza che misura il rapporto tra le spese correnti e l’attività di gestione. Di fatto, si tratta di una buona proxy per indicare il rapporto qualità-prezzo di un fondo.
Tra i fondi presenti nel quadrante “Star”, classificati in base all’indice di efficienza, si segnalano:
Tra i fondi presenti nel quadrante “Bad” si segnalano invece:
Come abbiamo potuto vedere, quello di Angel Costi è uno dei servizi più semplici e allo stesso tempo vantaggiosi per prenderci finalmente cura dei nostri risparmi agendo da investitori informati.