Immaginate come dovrebbe sentirsi l’acquirente di una moto da corsa sulla quale è stato montato il motore di una vespa.
La stessa sensazione l’avranno percepita gli investitori dei 165 fondi categorizzati come potenzialmente falsi attivi in una recente indagine di Better Finance.
Stiamo parlando di fondi che affermano di adottare una strategia di gestione attiva, ma che di fatto agiscono come fondi passivi replicando esattamente un indice di mercato (ad esempio FTSE Mib o S&P500).
L’investitore caduto nella trappola dei fondi falsi attivi è vittima di un duplice inganno. Da un lato paga dei costi commisurati ad un servizio di gestione attiva che in realtà non ottiene, dall’altro le potenzialità per battere il mercato si azzerano inevitabilmente poiché il fondo si limita a riprodurne fedelmente l’andamento.
Viceversa, nei fondi (realmente) attivi i gestori selezionano attentamente i titoli in portafoglio cercando di sfruttare le opportunità che si presentano sui mercati finanziari. Infatti, l’obiettivo del fondo attivo è quello di creare nel tempo un extra-rendimento rispetto a quello del benchmark.
L’indagine di Better Finance sui fondi falsi attivi
Facciamo un passo indietro. Circa un anno fa, l’Esma aveva lanciato un allarme sui fondi falsi attivi. L’Authority europea, monitorando circa 2.600 fondi comuni europei, aveva rilevato una percentuale compresa tra il 5% e il 15% di fondi falsi attivi. In seguito, l’Esma decise di non divulgare la lista dei fondi sotto inchiesta generando ancor più incertezza tra gli investitori e colpendo ingiustamente la parte virtuosa e onesta dell’industria del risparmio gestito.
Nelle scorse settimane, Better Finance ha raccolto il testimone lasciato per strada dall’Esma e ha finalmente reso noti i nomi delle società di investimento che vendono fondi falsi attivi in Europa.
Su 1.013 fondi azionari europei analizzati dal database Morningstar, 165 di questi (il 16%) sono stati indicati come “potential closet index funds” e cioè potenzialmente falsi attivi.
Prima di alzare il velo sui colpevoli, è opportuno capire qual è stata la metodologia utilizzata nell’indagine di Better Finance.
Esistono dei segnali per capire se un fondo è un falso attivo?
L’active share e il tracking error sono le principali metriche utilizzate per valutare la tipologia di gestione di un fondo.
L’active share misura la percentuale di attività del fondo che differiscono dalla composizione benchmark di riferimento. Pertanto, quanto più basso è il valore dell’active share, tanto maggiore sarà la probabilità di incorrere in una gestione passiva del fondo.
Il tracking error rileva invece le differenza in termini di rendimento tra il fondo e il benchmark. Bassi valori del tracking error possono essere indice di una gestione passiva.
Nell’indagine di Better Finance, un active share minore del 60% o un tracking error minore del 4% sono i segnali di una gestione falsa attiva.
L’identikit sui fondi falsi attivi venduti in Europa
Ci sarebbero almeno 80 società d’investimento coinvolte nella vendita di fondi classificati “potenzialmente falsi attivi”. Tra queste spiccano nomi illustri come Schroders, Fidelity International, JPMorgan, Henderson, Santander e Amundi.
In media, le commissioni di gestione annue dei fondi segnalati si aggirano attorno all’1,5%, ben più alte rispetto a quelle di un Etf o di un fondo passivo.
Riguardo la distribuzione geografica, circa il 47% (77 fondi) sono di diritto lussemburghese e il 16% sono fondi di diritto francese. La categoria altro include: Austria (8 fondi); Belgio (3); Italia (1); Olanda (1); Spagna (1). L’unico di diritto italiano incluso nella lista è il fondo Fondersel Europa.
L’active share medio dei fondi in esame è stato del 43,41%. La stragrande maggioranza di questi ha riportato un active share compreso tra il 40% e il 60%. Soltanto 4 fondi (Santander North American Equity B, Natixis Actions Europe ex Euro R A/I, Halifax European C, Apollo Styrian Global Equity A) hanno mostrato un active share inferiore al 20%, sintomo di una gestione che si “allaccia” quasi inequivocabilmente al benchmark.
Il tracking error medio dei fondi in esame è stato del 2,82% e in 7 casi si è registrato un tracking error minore dell’1%. Stiamo parlando dei fondi CPR USA P, CNP Assur-Valeurs A A/I, CMI Japan Enhanced Equity, Amundi Actions USA ISR P, Amundi Actions Europe ISR P A/I, Amundi Actions Euro ISR P, e nuovamente Natixis Actions Europe ex Euro R A/I (l’unico fondo ad aver riportato sia un active share inferiore al 20% che un tracking error più basso dell’1%).
Per concludere, l’indagine di Better Finance ha finalmente fatto chiarezza su una pratica molto dannosa e fuorviante sia per gli investitori che per i gestori che quotidianamente si impegnano a svolgere una gestione attiva e trasparente.
Tra i pochi fondi attivi di diritto italiano, Better Finance ha segnalato:
– AcomeA America con un Active Share pari al 76% ed un Tracking Error pari all’8,59%
– AcomeA Europa con un Active Share pari all’81,9% ed un Tracking Error pari al 7%
La lista dei fondi analizzati da Better Finance è consultabile sul sito Checkyourfund.eu.
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AcomeA SGR ha deciso di approfondire la tematica dei fondi falsi attivi durante l’evento “AcomeA Social Club – Smascheriamo insieme i fondi falsi attivi”