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Scegliere i prodotti di investimento sembra una missione impossibile?
Risparmiamocelo ti aiuta ad orientarti nel mondo della finanza e proteggere i tuoi risparmi. Scopri le caratteristiche e i costi di fondi comuni, ETF, buoni fruttiferi e tutti gli altri investimenti.
Complicare beni, servizi, prodotti e renderli solo apparentemente più semplici grazie ad ottime “confezioni” di marketing significa innovare? Ovviamente no ma questa, purtroppo, è la norma nel mondo del risparmio e degli investimenti. La novità è che qualcosa si sta muovendo e che abbiamo la possibilità di scegliere.
Agghindarsi costa, ma che il costo consista addirittura in una crisi monetaria è decisamente fuori dal comune. Eppure proprio così è accaduto a metà Seicento con la vicenda dei luigini. Questa moneta, fatta coniare in Francia da Luigi XIV, per motivi imprescrutabili dal 1656 viene usata come ornamento dalle signore ottomane alla moda. Orecchini, braccialetti, collane, tutto va bene purché sia formato da luigini, sempre e soltanto da luigini, tutto il resto non va bene.
E’ sempre così: ogni giorno le radio, la tv e il web ci parlano di un’Italia debole, ridimensionata, impotente. Ci viene descritto un Paese in ginocchio che, tra fallimenti, esodati, e giovani disoccupati, sembra andare alla deriva. È vero. I problemi non mancano e sono ben visibili a tutti. Il Sistema Paese è ingolfato: politica, burocrazia, banche e corruzione mettono in difficoltà anche i più convinti ottimisti.
Molto del rendimento delle obbligazioni che vengono vendute agli sportelli bancari viene divorato dai costi legati all'obbligazione. Ma c’è un altro divoratore di rendimento che i risparmiatori italiani dovrebbero conoscere: si tratta degli oneri impliciti, il vero pirana dei nostri investimenti.
All’estero sono vietate, in Italia sono uno dei modi facili in cui le Banche rimpinguano i loro bilanci: sono le “commissioni di retrocessione”, ignorate dalla maggior parte dei risparmiatori ma molto pesanti per le loro tasche. La buona notizia? Esiste un modo per evitarle.
La Banca Centrale Europea nelle parole del Governatore Draghi ha ribadito ieri, nel corso della conferenza stampa mensile che il sistema bancario europeo continua (e sono oramai 3 anni abbondanti) a non prestare a sufficienza all’economia reale.
La finanza è uno dei pochi settori in cui di solito l’innovazione porta con sé complessità e maggiori costi per i clienti. Allontanare e non informare i risparmiatori sembra essere il mantra perseguito dai maggiori istituti finanziari, il tutto con la benedizione degli Organi di Vigilanza. Il cambiamento è possibile ma occorre informarsi, scegliere e andare contro il sistema.
Negli ultimi venticinque anni non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici. Le imprese sono chiamate a uno sforzo eccezionale. Il mondo è cambiato ma noi, nonostante i sacrifici, rimaniamo indietro, e accogliamo sempre più con piacere il torpore che oramai ci caratterizza.
Dopo i dubbi iniziali ed un bilancio informale negativo sulla tassa sulle transazioni finanziarie (FTT) all’italiana in vigore dal dal 1 marzo 2013 si paventa, oggi, l’ipotesi di una Tobin Tax europea che, a partire dal 2014, prevedrebbe la tassazione delle operazioni in titoli di Stato. Il nostro Governo si oppone ma resta da vedere se, almeno questa volta, riuscirà a spuntarla.
Nonostante la contrazione dell’economia italiana, la liquidità disponibile sui mercati globali è ampia ed il Governo dovrebbe approfittarne per collocare in borsa alcuni dei gioielli di Stato, fare cassa e rimettere in moto la macchina “Italia”. Tra aziende ed immobili lo Stato potrebbe incassare 271 miliardi di euro, ma al Ministero di Economia e Finanza non se ne fa niente.