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Scegliere i prodotti di investimento sembra una missione impossibile?
Risparmiamocelo ti aiuta ad orientarti nel mondo della finanza e proteggere i tuoi risparmi. Scopri le caratteristiche e i costi di fondi comuni, ETF, buoni fruttiferi e tutti gli altri investimenti.
A fine maggio il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record. Dov ‘è la novità? Forse non c’è, dato che uno dei principali giornali italiani, ha ritenuto opportuno dedicare alla notizia non più di un trafiletto in taglio basso in quarta. Eppure il fatto che, secondo i dati pubblicati ieri da Banca d’Italia, il disavanzo ha raggiunto il nuovo record storico a 2.166 miliardi di euro, 20 miliardi in più rispetto al mese precedente, è una notizia che non deve passare inosservata.
Pagare con il bancomat è diventato un diritto. Dal 30 giugno è stato infatti introdotto l’obbligo per qualsiasi attività commerciale di munirsi di POS, il terminale per effettuare pagamenti elettronici, e di accettare pagamenti con il bancomat per importi superiori ai 30 euro. La manovra è condivisibile ma nasce con dei grandi limiti: impone un forte costo sulle piccole imprese e trasferisce ricchezza alle banche. Vediamo cosa mantenere e cosa pretendere che cambi in fretta, e sgombriamo il campo da facili populismi che sono nati intorno alla vicenda.
Il mercato azionario italiano ha guadagnato negli ultimi due anni quasi il 70%, ma a beneficiare di questi guadagni è stata una quota via via più sottile di investitori, quelli che detengono azioni, solo il 9,2%. La fuga dal rischio ad ogni costo impedisce ai risparmiatori di partecipare ai rialzi dei mercati e arricchisce il settore finanziario che ha finto di rispondere a questa esigenza.
La stragrande maggioranza dei risparmiatori italiani tiene troppa liquidità sul conto corrente. Quali sono i costi che questa scelta comporta?
Dopo mesi di attenzione alle spese, piccoli sacrifici e costanza siamo riusciti ad accumulare sul nostro conto corrente, con una certa soddisfazione, la cifra di 1.000 euro e sappiamo di non averne bisogno a breve perché non abbiamo in programma nessuna grossa spesa.
I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Questa è la fotografia che emerge dal recente rapporto dell’OCSE sulla disuguaglianza che evidenzia come la crisi abbia portato a una forte concentrazione dei redditi nella maggior parte dei paesi considerati. Nel nostro paese il dato riflette una struttura sociale sempre più divisa, non solo sotto il profilo economico.
Spread e tassi di interesse non fanno più paura. Un osservatore distratto potrebbe quindi ritenere che il debito pubblico italiano non rappresenti più un problema. Tuttavia non è per niente così. Detto questo, non serve a nulla essere distruttivi o lamentarsi in maniera acritica, ma è importante invece cogliere l’opportunità offerta da questa finestra di tranquillità sui mercati finanziari per valutare come affrontare la situazione.
Il 1* luglio 2014 segna un nuovo spartiacque nel mondo del risparmio italiano. In ottemperanza degli artt. 3-4 della Decreto Legge 24 aprile 2014 n.66 la tassazione sul risparmio subisce un corposo, seppur relativo, aumento con l’aliquota applicata che passerà dal 20% al 26%. Cosa cambia per gli investitori italiani e quali sono le opzioni a disposizione per non subire passivamente l’ennesima scure sul risparmio delle famiglie?
Il debito pubblico è una tassa sulle generazioni future e sui giovani di oggi. A beneficiarne sono state invece le fasce più anziane della società, che sono, tra i privati, anche i maggiori detentori di titoli del debito, e quindi percettori di interessi.
Le decisioni negli investimenti possono sembrare difficili, e si tende a credere a tutto ciò che ci viene consigliato. A volte, però, basterebbero dei piccoli accorgimenti per non essere prede di offerte poco trasparenti. Per non rischiare di seguire mode passeggere e lasciarsi trasportare dall’emotività, ecco qualche piccolo consiglio per aumentare la consapevolezza negli investimenti dell’economista Marco Onado.