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Scegliere i prodotti di investimento sembra una missione impossibile?
Risparmiamocelo ti aiuta ad orientarti nel mondo della finanza e proteggere i tuoi risparmi. Scopri le caratteristiche e i costi di fondi comuni, ETF, buoni fruttiferi e tutti gli altri investimenti.
È difficile mettere d’accordo due economisti. Diverse scuole di pensiero si scontrano su tutto, dal ruolo dello stato nell’economia, a quello della banca centrale, alla composizione del fisco. A leggere però in questi giorni molti commenti, sembra che ci sia una tesi che è portata avanti da molti esperti, indipendentemente dalla nazionalità, dall’orientamento politico e dal ruolo: l’Europa dovrebbe accogliere i migranti, ne ha bisogno. Ecco l’opinione di Ian Buruma, in un recente articolo pubblicato su Project Syndicate.
È molto difficile riuscire a migliorare la qualità delle scelte finanziarie dei risparmiatori se questi non hanno delle nozioni per far di conto. Si può obiettare che questa è una visione esagerata. Dopo tutto per curarci dei malanni non prendiamo lezioni di medicina ma ci affidiamo al medico. Per analogia, si può sostenere, la soluzione è quella di delegare le scelte all’esperto e far decidere lui al posto nostro, sia questo un intermediario o un consulente finanziario. Ma non è esattamente così.
Gli italiani non investono in azioni. La grande ricchezza delle famiglie è infatti composta in larga misura da immobili. Della ricchezza finanziaria, il 30% è detenuto come liquidità sui conti correnti e sui depositi bancari e postali. Trascurando i danni che la scelta comporta per i portafogli dei risparmiatori, questa situazione porta in aggregato ad un livello di capitale di rischio molto scarso con due forti implicazioni: un freno all’innovazione e un aumento della disuguaglianza.
Quante volte abbiamo sentito dire che la fine della crisi economica è vicina? Quanti enfatici proclami o previsioni ottimistiche hanno occupato le prime pagine dei giornali prevedendo l’uscita da un tunnel in cui l’economia italiana è da troppo tempo intrappolata? Eppure alla fine bisogna fare i conti con i dati. I numeri non mentono, così almeno si dice. E sono i numeri che ancora una volta raccontano una realtà diversa per i risparmiatori italiani.
Se avete dato un’occhiata, anche distratta, ai giornali, avete ascoltato la radio o guardato un telegiornale in questi ultimi due giorni non vi sarà sfuggita una cosa: la Cina ha svalutato la propria moneta, con risultati catastrofici sulle Borse di tutto il mondo.
La strategia di investimento preferita, almeno storicamente, dal risparmiatore italiano è quella del cosiddetto cassettista. Il risparmiatore acquista cioè un titolo obbligazionario, sia questo un titolo pubblico o un’obbligazione privata (bancaria), e lo porta fino a scadenza incassando le cedole. Questo atteggiamento, di passiva serenità, si estende poi a forme di investimento diverse: un qualsiasi titolo (sia questo un pacchetto di azioni o un fondo) viene acquistato e dimenticato in portafoglio, almeno fino a quando non dà un risultato particolarmente negativo.
“I fondi comuni sono cari. Conviene comperare un ETF (un fondo passivo che replica l’andamento di un indice) ad un costo molto inferiore. Risparmiando sui costi si migliora il proprio rendimento potenziale, investendo comunque in uno strumento diversificato e accessibile”. Questa affermazione, che si legge e si sente di frequente, è in parte vera ma anche parecchio approssimativa. Anzi, i fondi comuni sono per molti risparmiatori uno strumento di investimento molto più adatto rispetto ad un ETF. Ecco perché.
Tra i lasciti della crisi in Europa, e in particolare in Italia e nel Sud d’Europa, c’è l’aumento della disoccupazione. Un articolo dell’Economist, il settimanale britannico di politica ed economia, suggerisce che, in questo contesto, il problema principale per l’Europa è rappresentato dalla disoccupazione di lungo periodo che può lasciare un grave solco sociale.
Molti pensano che gli investimenti low-cost siano destinati esclusivamente ad un target giovane e poco facoltoso. Eppure, anche molti milionari iniziano a prendere questa strada...
Per molti risparmiatori, sottoscrittori di fondi comuni, l’importante è che il valore del proprio investimento cresca nel tempo e soprattutto non si riduca. Non necessariamente però questo ci dice qualcosa circa la bravura di un gestore: in un periodo in cui il mercato di riferimento del fondo è in crescita, è facile che anche l’andamento del fondo sia positivo; viceversa in una fase negativa per i mercati, è possibile che anche il rendimento del fondo lo sia.