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Scegliere i prodotti di investimento sembra una missione impossibile?
Risparmiamocelo ti aiuta ad orientarti nel mondo della finanza e proteggere i tuoi risparmi. Scopri le caratteristiche e i costi di fondi comuni, ETF, buoni fruttiferi e tutti gli altri investimenti.
I mercati finanziari sono senza cuore e, come abbiamo visto recentemente, le obbligazioni subordinate bancarie lo sono ancora di più. Ovviamente non si può restare senza emozioni di fronte ai fatti di cronaca degli ultimi mesi: suicidi per investimenti errati, patrimoni e risparmi di una vita cancellati, risparmiatori che chiedono risarcimenti danni per quasi un miliardo di euro.
La generazione nata negli anni Ottanta andrà in pensione anche oltre i settantacinque anni e avrà prestazioni mediamente un quarto più basse rispetto a quelle attuali. Tale scenario potrebbe peggiorare se la crescita economica italiana continuerà ad essere inferiore all’1% annuo in futuro e se dovesse proseguire il largo uso di contratti precari, che ritarda l’inizio del versamento dei contributi.
Che anno è stato il 2015? La rivista statunitense The New Yorker prova a rispondere a questa domanda proponendo quattro grafici che raccontano alcune delle dinamiche più importanti che hanno caratterizzato l’anno che si sta concludendo.
I fondi a cedola sono la categoria di prodotti di risparmio gestito che raccoglie di più negli ultimi anni. Durante il 2015 sono però anche tra i fondi che vedono i maggiori riscatti. Se a prima vista ciò potrebbe sembrare fisiologico (è normale che un fondo con un patrimonio rilevante abbia molta raccolta e molti riscatti, in termini nominali), considerando le caratteristiche dei fondi a cedola, potrebbe non essere così scontato. Vediamo qualche ipotesi che potrebbe spiegare quanto sta accadendo.
Nulla di nuovo sul fronte del risparmio gestito italiano. Purtroppo. La classifica dei fondi comuni più venduti in Italia nei primi 9 mesi dell’anno conferma le peggiori dinamiche che osserviamo da diversi mesi. In cima alla graduatoria troviamo infatti quasi solo fondi a cedola con la finestra di collocamento.
La propensione al risparmio degli italiani è drammaticamente scesa negli ultimi vent’anni. La quota di reddito disponibile risparmiata è passata dal 18,6% del 1995 al 8,7% del 2014. Le ragioni sono molteplici.
Recentemente il settimanale inglese The Economist ha dedicato alla quotazione del gigante delle poste un articolo intitolato “Post apocalypse”, mettendo in luce punti di forza e di debolezza di Poste Italiane. Decisamente, per Poste Italiane, le poste non sono un punto di forza.
La domanda che si pone Jared Diamond nel nuovo progetto è cosa consente di superare le crisi di un individuo e di una comunità. C’è in tutto ciò una lezione per l’Italia?
Gli italiani sono storicamente un popolo di buoni risparmiatori. Eppure questa capacità di accumulare ricchezza si è fortemente ridotta negli ultimi anni.
Negli anni Settanta Menlo Park e Visalia, due cittadine della California, non erano poi molto dissimili, in termini di qualità della vita e reddito pro capite. Oggi le due realtà non potrebbero essere più diverse.