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PIR: un ponte a servizio dell’economia reale

I Pir rappresentano oggi uno strumento fondamentale per il rilancio dell'economia italiana post Covid-19. Scopriamo le loro caratteristiche principali...

di Piero Cingari - 19 Giugno 2020 - 4'

I Pir (Piani individuali di risparmio) aiuteranno la crescita economica del Paese e rafforzeranno l’ossatura delle piccole e medie imprese italiane. È questo il segnale lanciato da Assogestioni, in occasione dell’ultima pubblicazione sui temi dell’industria del risparmio gestito.

Per uscire dalla crisi che stiamo vivendo e intraprendere la strada della ripresa è più che mai oggi necessario che un Paese abbia a disposizione strumenti in grado di veicolare i risparmi verso l’economia reale. E l’Italia mostra tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo.

Cosa sono i Pir?

Nel 2017, il legislatore ha introdotto i Piani Individuali di Risparmio (PIR), in modo da creare un ponte di collegamento stabile tra il risparmio privato e l’economia reale italiana.

I PIR nascono come contenitori fiscali nei quali i risparmiatori possono investire in qualsiasi tipologia di strumento finanziario (come azioni, obbligazioni, quote di fondi comuni) rispetto alcuni vincoli.

Quanto si risparmia con i Pir?

Per incentivare la partecipazione dei risparmiatori italiani, i PIR offrono un trattamento fiscale agevolato.

Se si detiene un Pir per almeno 5 anni, l’investitore beneficia dell’ azzeramento dell’aliquota d’imposta sulle plusvalenze, che ammonta al 12,5% per i titoli di Stato e al 26% per le azioni e altre obbligazioni.

Su 150.000 euro investiti e un rendimento medio annuo del 6%, ad esempio, in 10 anni con un fondo PIR si possono guadagnare oltre 23.000 euro in più rispetto ad un fondo tradizionale.

In trent’anni? Gli utili in più diventano 161.000.

L’agevolazione fiscale offerta dai Pir è dunque decisamente attraente per l’investitore rispetto ad un investimento che non gode di vantaggi fiscali. Ovviamente, più si investe con un’ottica di lungo periodo, maggiori saranno i benefici fiscali.

Come si investe con i Pir?

La forma tradizionale per investire in PIR è la sottoscrizione un fondo comune di investimento (definito Pir-compliant). Un fondo Pir-compliant possiede una struttura di portafoglio ben precisa: investe per il 70% in strumenti finanziari (azioni o obbligazioni) emessi da società italiane, di cui il 30% in realtà quotate della piccola e media imprenditoria italiana.

In un Pir è possibile investire fino a un massimo di 30.000 euro annui e comunque non oltre il tetto massimo di 150.000 euro per tutta la vita dell’investimento

Tra le varie proposte di Piani individuali di risparmio troviamo quelle di AcomeA:

il fondo AcomeA Patrimonio Esente:

AcomeA Patrimonio Esente è un fondo PIR-compliant flessibile: investe fino ad un massimo del 40% in titoli azionari e, grazie alla natura del fondo, può cercare di cogliere le migliori opportunità anche negli strumenti finanziari obbligazionari e monetari, avvalendosi della massima flessibilità per quanto riguarda la durata finanziaria (duration).

il fondo AcomeA Italia:

AcomeA Italia è un fondo PIR-compliant che investe almeno il 70% dell’attivo in strumenti finanziari di natura azionaria di società italiane di qualsiasi capitalizzazione, operanti in tutti i settori economici. L’obiettivo del fondo è la crescita significativa del capitale investito del lungo periodo e con un livello di rischio alto.

Il fondo sono disponibili per la sottoscrizione sia presso i Collocatori di AcomeA SGR che online sul sito www.acomea.it.

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