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Perché gli investitori sono così avversi al rischio? Ce lo spiegano le scimmie…

Negli investimenti, così come in altre scelte della vita quotidiana, mostriamo spesso una profonda riluttanza ad accettare le perdite.

di Piero Cingari - 30 Maggio 2017 - 3'

Negli investimenti, così come in altre scelte della vita quotidiana, mostriamo spesso una profonda riluttanza ad accettare le perdite e cerchiamo in tutti i modi di evitare i rischi.

Secondo la teoria economica classica però, gli individui dovrebbero valutare vincite e perdite monetarie in modo perfettamente simmetrico. Per intenderci, la soddisfazione di vincere di 100 euro dovrebbe assumere lo stesso valore (ma di segno opposto) della delusione di perdere la medesima somma.

La realtà, come vedremo, è ben diversa: tendiamo ad essere più infelici nel subire una perdita di 100 euro di quanto non siamo felici ad ottenere un guadagno dello stesso ammontare.

L’avversione alle perdite è un concetto che proviene dal lavoro di Tversky and Kahneman (1979), noto come “Teoria del Prospetto” (Prospect Theory). L’obiettivo della Prospect Theory è appunto quello di spiegare come e perché certe scelte si discostino sistematicamente dagli assiomi della teoria decisionale classica.

Un curioso test sulla validità della Prospect Theory è stato condotto su un gruppo di scimmie.

Nel caso in esame, sono stati selezionati due addestratori: il primo offre alla metà del gruppo di scimmie un fetta di mango e alla restante metà ne regala una aggiuntiva; il secondo, invece, regala due fette a tutte le scimmie, ma successivamente nel 50% dei casi se ne riprende una.

Secondo la teoria classica, le scimmie dovrebbero appunto essere indifferenti nello scegliere l’uno o l’altro addestratore.

Il guadagno atteso di fette di mango è analogo in entrambi i casi, ma le scimmie non l’hanno pensata allo stesso modo.

Dopo soli due giorni, infatti, il 70% delle scimmie ha mostrato una preferenza per l’addestratore che fornisce una fetta aggiuntiva nel 50% delle volte. L’esperimento avvalora la fondatezza della Prospect Theory nel dimostrare l’incapacità di saper valutare le reali probabilità di un evento. Le scimmie hanno dunque preferito il mancato guadagno di una fetta di mango aggiuntiva piuttosto che incorrere in una dolorosa perdita di una fetta già acquisita.

Cosa accade quando gli investitori sono eccessivamente avversi al rischio?

L’avversione al rischio rende gli investitori eccessivamente conservativi nelle loro scelte d’investimento, riducendo le potenzialità di ottenere maggiori rendimenti.

Tutti sappiamo che le azioni hanno storicamente offerto un premio al rischio positivo nel tempo, eppure preferiamo tenere i nostri risparmi sul conto corrente in modo infruttifero. Così facendo, pensiamo erroneamente di eliminare tutti i rischi dell’ investimento, quando in realtà ne fronteggiamo altri di diversa natura. Ad esempio, se l’inflazione dovesse crescere i nostri risparmi perderebbero il loro potere d’acquisto.

Quando siamo troppo sensibili alle perdite, non solo rischiamo di lasciare per strada possibili guadagni nei nostri investimenti ma ci esponiamo paradossalmente a nuovi rischi che non avevamo messo in conto.

Scopri “Come investire oggi”, un percorso semplice e interattivo che ti aiuta a comprendere, passo dopo passo, i principi di base del mondo dei risparmi e gli errori che spesso commettiamo nelle nostre scelte d’investimento.

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