“Lanciando una notizia a grandi lettere la gente pensa che sia indiscutibilmente vera”. In questa frase, Jorge Luis Borges, grande scrittore argentino spiega con poche parole quanto i titoli delle prime pagine dei giornali, a volte, offuscano la realtà che si cela dietro le notizie. Ultimo esempio è la lettura data dai quotidiani al pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca dello scorso venerdì in merito al piano di acquisto bond della Banca centrale europea, l’Outright Monetary Transactions (Omt).
Il programma OMT, annunciato nel settembre 2012 dal numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, per calmare le turbolenze sui mercati circa la reversibilità del progetto euro, rispondeva alla promessa della Bce di ‘’fare tutto il necessario’’ per salvaguardare la monete unica, la cui solidità veniva messa in dubbio dagli effetti della crisi nella periferia di Eurolandia, che aveva aperto la strada a ipotesi di uscita di alcuni paesi dalla moneta unica.
L’effetto dell’annuncio, e non del dispiegamento, di questo bazooka è sotto gli occhi di tutti ed è innegabile. I mercati si sono calmati e i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi periferici sono scesi in maniera costante. Basti pensare che il decennale italiano al 6 settembre 2012(giorno dell’annuncio di Draghi) trattava al 5,26%, rispetto all’attuale 3,69%. Ma veniamo a quanto deciso venerdì.
La Corte di Karlsruhe ha sostanzialmente ribadito il no della Bundesbank al piano di acquisto bond, ravvisando ‘’importanti ragioni per desumere che questo eccede il mandato della Bce” in riferimento all’art. 123 del TFEU, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che vieta il finanziamento diretto dell’Istituto centrale ai bilanci dei singoli stati. Tuttavia, la Corte tedesca, non ha (per ora) bocciato immediatamente il piano, rimandando una decisione finale e richiedendo alla Corte di Giustizia Europea un parere sui punti evidenziati alla base del no, sottolineando che ‘’se interpretato in maniera restrittiva” l’Omt può essere considerato conforme ai trattati comunitari.
Il rimando alla Corte di Lussemburgo è certamente una buona notizia, in quanto una netta bocciatura dell’Omt da parte della Corte tedesca, e quindi della Germania, avrebbe causato conseguenze economiche e politiche molto serie nell’area della moneta unica, con implicazioni immediate, anche gravi, sui mercati finanziari. Ma il problema è che i quotidiani hanno magnificato il rimando come la vera notizia.
Appare quantomeno limitativo ai fini della completezza d’informazione minimizzare un aspetto centrale e fondamentale, cioè che il discorso è stato solamente posticipato. O peggio, non sottolineare la ‘’stranezza’’, come la ha definita il capo economista di Unicredit, Erik Nielsen, di una Corte che passa il testimone ma che prima esprime un parere negativo. Infatti, la Corte, a differenza di quello che molti giornali hanno lasciato intendere, non ha chinato la testa, riconoscendo la supremazia del diritto comunitario, ha solo rimandato la sua pronuncia definitiva, richiedendo un parere all’Organo di giustizia dell’Ue.
Nei fatti, basta leggere attentamente se non la decisione almeno il comunicato stampa riassuntivo , la Corte ha affermato con forza i suoi dubbi mettendo grande pressione sulla Corte di Giustizia europea affinché vengano chiariti, o meglio imposti, quei limiti senza i quali la Germania non darebbe il proprio assenso al bazooka sfoderato da Draghi.
In sintesi, la Germania non accetterà mai che l’eventuale acquisto di bond sia di ammontare illimitato; possa trasformarsi in una monetizzazione del deficit o del debito pubblico di un Paese o interferisca con la formazione dei prezzi sul mercato.
Si può dunque dire che Draghi potrà fare davvero tutto il necessario come promesso? Si, ma.. Un ma che in pochi hanno colto e soprattutto riportato all’opinione pubblica. Si è preferito continuare a riempire le pagine con la dialettica antitedesca, magnificando la sventata minaccia di un freccia spuntata nella faretra della BCE. E’ giusto continuare ad elogiare i risultati dell’annuncio dell’Omt, ma non si può perseverare nel giudicare questo strumento, e più in generale, il proseguimento di una testarda politica monetaria ultra espansiva, quale panacea dei mali dell’Eurozona e dell’Italia.
Inoltre, è importante non dimenticare i limiti di questo strumento. La condizionalità a cui è legato il piano di acquisti, più volte ribadita dallo stesso Draghi, prevede infatti che prima dell’erogazione di qualsiasi piano di aiuto a livello europeo da parte dell’Esm, questo passi dal vaglio del Bundestag e sarebbe difficile allora non prendere in considerazione il vero messaggio uscito dalla pronuncia dell’Alta Corte, ovvero ‘’nein’’.
Quello che non è stato dunque spiegato è che, al netto del parere della Corte di Lussemburgo, quanto stabilito dalla pronuncia della Corte tedesca è una tregua armata tra Berlino e la BCE. La Germania ha mandato un messaggio che i giornali non hanno colto, o non hanno voluto, un avvertimento chiaro: l’Omt va bene, a patto che rimanga quello che è stato fino ad ora, ovvero uno strumento non utilizzato. E se anche ‘’l’ostruzionismo’’ tedesco dovesse venir meno e la BCE fosse libera di sfoderare il suo bazooka, sarebbe davvero il caso di festeggiare? Forse ci si dimentica che il dispiegamento dell’OMT richiede in cambio un durissimo programma di austerità per cui ci sarebbe davvero poco di cui essere contenti.