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La fine del contante? Ecco cosa sta succedendo in Danimarca

L’Italia ama il contante e negli anni della crisi il suo uso di è diffuso ancora di più. Nel frattempo però, a qualche centinaio di chilometri (che sembrano però anni luce), ci sono realtà che già fanno un uso minimo di banconote e monete nella vita di tutti i giorni e si preparano a incentivarne l’uscita dalle abitudini dei cittadini per stimolare l’economia. Ecco cosa succede in Danimarca, in un recente articolo di Quartz.

di Una finestra sul mondo - 12 Maggio 2015 - 4'

L’Italia ama il contante e negli anni della crisi il suo uso di è diffuso ancora di più. Nel frattempo però, a qualche centinaio di chilometri (che sembrano però anni luce), ci sono realtà che già fanno un uso minimo di banconote e monete nella vita di tutti i giorni e si preparano a incentivarne l’uscita dalle abitudini dei cittadini per stimolare l’economia. Ecco cosa succede in Danimarca, in un recente articolo di Quartz.

Il governo danese ha annunciato di voler dare alle stazioni di benzina, ai negozi di abbigliamento e ai ristoranti, la possibilità di non accettare più i pagamenti in contanti; una manovra che potrebbe accelerare la svolta in favore dei mercati del credito e del debito e verso i sistemi di pagamento alternativi.

La proposta è parte di un pacchetto di riforme del ministero delle finanze danese e ha l’obiettivo di agevolare l’attività economica nel paese e stimolare la crescita.

Attualmente le attività commerciali danesi hanno l’obbligo di accettare pagamenti in contati, il che “richiede un considerevole sforzo amministrativo e finanziario”, ha detto Bjarne Corydon, Ministro delle finanze.

Ad esempio, ha osservato che i negozianti spendono un considerevole ammontare di risorse in servizi di sicurezza e di sorveglianza, così come consumano parecchio tempo per dare il resto ai clienti. Negozi di alimentari, dentisti, dottori, uffici postali, ospedali e centri medici sono tra quegli esercizi che sarebbero esclusi dal provvedimento proposto.

Se la riforma sarà implementata, potrebbe voler dire che i negozianti, i ristoranti e le pompe di benzina potrebbero escludere qualsiasi cliente che non abbia accesso a un mezzo di pagamento elettronico, a partire da gennaio 2016.

L’idea alla base del provvedimento è che i costi di transazione, così come i rischi legati alla criminalità, diminuiscono se il contante viene eliminato. Secondo uno studio di McKinsey, i pagamenti elettronici rendono più produttivi i sistemi bancari e riducono lo spazio per l’economia informale, che non è tassata né monitorabile dal governo.

Inoltre, i consumatori in molti paesi si stanno già approcciando ai pagamenti elettronici e da mobile.

In Danimarca, dove quasi tutti gli adulti sono in possesso di almeno una carta di pagamento, tre cittadini su quattro hanno usato una carta di debito per acquistare online durante l’ultimo anno, riporta uno studio del Concilio danese dei pagamenti. Contanti e assegni rappresentano circa un quarto dei pagamenti dei consumatori nel 2014, contro l’80% del 1990, riporta il Concilio.

L’anno scorso, la banca centrale danese ha deciso che avrebbe interrotto la produzione di banconote e monete. Diverse banche locali danesi non trattano più contanti. Danske Bank riporta che ha 2 milioni di utenti (in un paese con 5,6 milioni di abitanti) che usano il suo servizio di pagamenti mobili. Una dinamica simile si riscontra in altri paesi, come la Svezia che è stata chiamata dal Guardian “la società più libera dal contante del pianeta”.

Il piano per eliminare i pagamenti in contanti nei negozi e nei ristoranti solleverà sicuramente dubbi in merito ad una possibile esclusione dei consumatori nell’accesso a beni di prima necessità come cibo e carburante, così come al possibile aumento di rischio di frodi elettroniche, ma la Danimarca e altri paesi del Nord Europa hanno già segnalato che intendono guidare il cammino verso un’economia senza contante, anche a costo di modificare le abitudini dei consumatori.

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