Le prime esperienze di lavoro. I primi, spesso miseri, stipendi. La crescente indipendenza finanziaria dalla famiglia. I giovani adulti sono chiamati a compiere una serie di scelte che riguardano la gestione dei propri soldi, ma spesso non sanno da che parte iniziare. A chi si rivolgono?
Prendiamo liberamente spunto dal titolo bellissimo romanzo di Tahar Ben Jelloun che riporta un dialogo tra un padre e la figlia di dieci anni, in cui lei, bambina, chiede al padre di guidarla nel capire cosa sia il razzismo. Trasponendo la scena in contesto totalmente diverso, vediamo come il dialogo tra genitori e figli, rimanere per questi ultimi, anche quando crescono, la prima fonte di informazione e formazione di un’opinione, anche per quanto riguarda la gestione dei risparmi. A suggerirlo è la recente ricerca condotta a livello globale da una banca statunitense che mostra come più della metà dei giovani nati dopo il 1980 trova nella famiglia il primo canale di informazione per quanto riguarda la gestione delle proprie finanze e la scelta degli strumenti finanziari più adatti. Non abbiamo un dato preciso sul nostro paese ma possiamo immaginare che la situazione non sia molto dissimile, dato il forte ruolo che la famiglia di origine ricopre anche nell’età adulta e la scarsa fiducia verso il sistema bancario. Si pone quindi sulle spalle dei genitori la responsabilità di guidare i figli nella costruzione di una serenità finanziaria, per far fronte nel futuro a spese importanti e per avere una base di risparmi investiti che si affianchi alla pensione, che sarà per i figli molto inferiore a quanto sarà per loro stessi.
Quali consigli possiamo dare a un giovane figlio o figlia, che ha un lavoro probabilmente non stabile e uno stipendio modesto, per aiutarli a gestire al meglio i risparmi? Ecco alcuni semplici punti fermi e alcuni errori da evitargli.
Non c’è bisogno di essere ricchi per occuparsi dei propri soldi. Un giovane, con uno stipendio contenuto e spesso precario tende a sottovalutare le proprie risorse. L’obiettivo di accantonare piccole quantità di denaro, anche 50 euro al mese, è però alla portata di molti, e passo dopo passo si è in grado di accumulare un piccolo capitale.
Non conviene tuttavia vincolarsi a un programma di investimento che preveda l’obbligo di versamento periodico, proprio alla luce della natura precaria del lavoro e dei salari dei giovani. L’impegno ad accantonare risorse periodicamente non deve diventare una costrizione. Per rispondere a queste esigenze esistono dei piani di accumulo dinamici attraverso cui si investe in un fondo comune con versamenti ripetuti nel tempo ma senza una cadenza prestabilita e per importi anche molto contenuti.
È bene che una parte del capitale sia investita in un fondo comune azionario globale. Questo tipo di fondi permette di agganciare il capitale investito alla crescita dell’economia globale, evitando di esporsi all’andamento di un singolo mercato. La scelta di includere una buona quota di azioni tra i propri investimenti deriva dal fatto che l’orizzonte temporale di un trentenne è potenzialmente molto lungo e, una parte del capitale, può sopportare quindi una certa volatilità a fronte di un buon rendimento potenziale nel lungo periodo.
Non bisogna però sottovalutare la possibilità di avere un inaspettato bisogno di liquidità per qualsiasi motivo. In quest’ottica, una parte del capitale andrà investito in un fondo obbligazionario di breve termine. L’obiettivo non sarà dunque la ricerca di rendimento bensì il lasciarsi a disposizione del capitale che può essere rimborsato facilmente e al tempo stesso non perde di valore per effetto dell’inflazione. Per questo strumento sarà particolarmente importante fare attenzione agli eventuali costi rimborso.
Sarà cruciale guidare i figli verso una pianificazione del risparmio e degli investimenti. I rischi del non fare questa riflessione sono quelli di trovarsi con troppa liquidità sul conto corrente, piuttosto che con capitali bloccati in conti di deposito vincolati o investiti solo in obbligazioni.
Per rispondere a queste esigenze è stata creata la App Gimme5, che permette di investire dallo smartphone in un fondo comune con un piano di accumulo dinamico con versamenti a partire da 5 euro e il costo di rimborso di un euro. AcomeA ha inoltre introdotto degli optional da abbinare ai propri fondi con cui impostare in automatico la strategia più adatta a ognuno.