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I 30-40enni sono la generazione perduta del risparmio?

Il Sole 24 Ore ha definito i 30-40enni "la generazione perduta del risparmio", in preda a costanti difficoltà lavorative e finanziare. Ma è davvero così?

di Elisabetta Villa - 9 Aprile 2018 - 5'

“Siete tutti una generazione perduta”. Esclamava Gertrude Stein ai giovani reduci della Prima Guerra Mondiale, in una delle prime battute del capolavoro di Ernest Hemingway, The Sun Also Rises (1926).

Di generazione perduta ne ha parlato recentemente il Sole 24 Ore in un articolo dal titolo:

“Perché i 30-40enni sono la generazione perduta del risparmio”

A sostegno di questa tesi, ci sono ragioni legate ai persistenti rischi occupazionali e al fardello della crisi economica vissuta nel pieno dell’età lavorativa.

I 30-40enni di oggi si trovano in condizioni lavorative e finanziarie molto più precarie rispetto alla generazione dei loro genitori. Un’instabilità ancora più marcata in Italia: nel 2017, gli occupati tra i 25 e i 34 anni sono scesi dello 0,7%, e del 2,1% quelli tra 35 e 49 anni.

Ma le difficoltà della generazione nata negli anni ‘80 si ripercuotono soprattutto nelle loro scelte finanziarie.

Come ha fatto notare Marco Lo Conte de il Sole 24 Ore, negli ultimi 10 anni la quota di sottoscrittori di fondi comuni di investimento nella fascia d’età tra i 26 e i 35 anni si è dimezzata, passando dal 11,7 al 6,6%. Stessa sorte per quella tra 36 e 45 anni, in calo dal 20,1 al 13,3%.

Crescono invece gli investitori anziani: il numero dei sottoscrittori over 65 è quattro volte maggiore rispetto a quello dei loro figli.

Ma le scelte finanziarie stanno davvero diventando una faccenda riservata agli anziani?

I numeri presentati dal Sole 24 Ore riflettono la nuda e cruda realtà. Ma la luce in fondo al tunnel sembra esserci e ha un nome ben preciso: Fintech.

Fino a ieri le banche tradizionali erano il centro nevralgico di un’ampia gamma di prodotti e servizi finanziari. Negli ultimi anni l’industria finanziaria sta vivendo una vera e propria rivoluzione tecnologica (Fintech) che sta mutando i comportamenti dei risparmiatori.

I 30enni e 40enni di oggi sono sempre più attratti dalle innovazioni del mondo Fintech, in grado di offrire nuovi strumenti e servizi per soddisfare bisogni finanziari a 360°.

Tra le app pioniere di questa rivoluzione vale la pena spendere due parole per Satispay, N26 e Gimme5.

Satispay è un comodo strumento di pagamento digitale, che permette anche di effettuare ricariche telefoniche e scambiare denaro tra amici, direttamente dal tuo smartphone.

N26 è una banca mobile che offre un pratico e veloce conto corrente e una carta di debito Mastercard pensata proprio per le esigenze dei più giovani.

E poi c’è Gimme5, l’unico salvadanaio digitale in Europa che consente di investire piccole somme (a partire da 5 euro) in fondi comuni di investimento.

Perché i 30-40enni NON sono la generazione perduta del risparmio

In base alle statistiche Assogestioni sui sottoscrittori dei fondi comuni in Italia abbiamo voluto mettere a confronto le classi di età degli investitori italiani in fondi comuni con quelle degli utenti di Gimme5.

Ecco le evidenze che sono emerse:

  • Il 71% degli utenti Gimme5 ha un’età inferiore a 45 anni, contro il 21% dei sottoscrittori di fondi comuni italiani.
  • Le classi d’età con il maggior numero di utenti su Gimme5 sono proprio quelle comprese tra i 25 e 35 anni (33%) e tra i 36 e 45 (30%).
  • Viceversa, la classe tra i 26 e i 35 anni dei sottoscrittori di fondi comuni italiani è la seconda meno numerosa (6,6%), alle spalle di quella sotto i 26 anni (2%).
  • Gli investitori over 65 in fondi comuni rappresentano il 37% del totale. Su Gimme5 si attestano al 2%.

Il confronto appena mostrato è il ritratto di un mondo alla rovescia, in cui il crescente interesse dei giovani verso servizi di risparmio e investimento semplici, accessibili e digitali sta ribaltando le vecchie barriere di questo settore.

Ecco perché parlare di generazione perduta incapace di risparmiare sembra essere eccessivo. I 30 e 40enni possiedono ancora le carte in regola per recitare il ruolo da protagonisti di un cambiamento epocale che attraversa il mondo dei risparmi e degli investimenti.

 

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