Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
Economia e mercati finanziari raccontati in modo chiaro e semplice.
Come va l’economia? Perché le borse stanno scendendo? Perché lo spread riguarda anche me?
Negli articoli troverai le risposte a queste e a tutte le altre domande che ti fai ogni giorno.
Alla Camera si presenta l'ultima occasione per modificare l'imposta di bollo, eliminandone il carattere regressivo e anticostituzionale. Riusciremo a non perdere questa occasione?
La fiducia dei consumatori italiani registra questo mese un aumento rispetto alla rilevazione di ottobre, con l’indicatore ISTAT che raggiunge quota 98,3 dal precedente valore di 97,3. Se il dato non può che essere accolto con piacere, dalla rilevazione emergono però diversi elementi che inducono a cautela: i timori sul futuro rimangono forti e in peggioramento così come la percezione della realtà complessiva del paese. Rimane, al massimo, un amaro ottimismo.
Nella giungla di emendamenti che le forze parlamentari hanno presentato al disegno di legge di stabilità ce n’era uno che potrebbe portare grandi benefici ai risparmiatori correggendo le storture di una legge iniqua e discriminatoria, l’imposta di bollo sui prodotti finanziari. Tale emendamento, il 17.33, ha avuto una battuta d’arresto in commissione bilancio del Senato, dove è stato ritirato. Cosa ha affossato l’emendamento ostacolando questa occasione per liberarci da quegli aspetti dell’imposta che penalizzano il piccolo risparmiatore ed avvantaggia banche e Poste?
Vale la pena indebitarsi? Per una casa? Per un’auto? Per uno smartphone? In Italia è in aumento l’indebitamento delle famiglie, accompagnato da una contrazione dei risparmi. Dietro a questa dinamica non c’è solo la crisi economica, ma anche precise scelte della politica e delle famiglie stesse.
Il Fondo Monetario Internazionale spinge per andare maggiormente verso una Dual Income Tax: tassazione bassa e proporzionale sui redditi da capitale e progressiva sui redditi da lavoro. Questa impostazione presenta però il forte rischio di aumentare le disuguaglianze e l’applicazione “all’italiana” non fa ottenere neanche quelli che sarebbero normalmente i benefici.
Il re è nudo. Mentre inizia a rientrare parte della liquidità prestata dalla Bce al settore bancario europeo dal 2011, le banche italiane sono ancora estremamente dipendenti da questa fonte di finanziamento e l’avvento delle procedure di valutazione dei bilanci potrebbe mettere in luce diverse carenze nella gestione delle stesse. E l’economia rimane a secco.
In continuo peggioramento il mercato del credito. Per le imprese come per le famiglie è sempre più difficile ottenere un prestito. E le banche cosa fanno?
Ricordate l’Imposta di Bollo, la cosiddetta “patrimonialina” di cui abbiamo parlato in questo post e per la quale ci siamo attivati? Questa imposta viola l’articolo 53 della Costituzione che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”