Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
Economia e mercati finanziari raccontati in modo chiaro e semplice.
Come va l’economia? Perché le borse stanno scendendo? Perché lo spread riguarda anche me?
Negli articoli troverai le risposte a queste e a tutte le altre domande che ti fai ogni giorno.
Dopo il risultato del referendum il mondo continua a osservare la Grecia. All’infuori del ciclone greco la situazione in Europa sembra tranquilla. Un recente articolo del Financial Times mette in guardia da questa calma apparente che potrebbe nascondere forti rischi per la Francia e l’Italia.
La Grecia ha passato in condizione di fallimento circa metà della propria storia, dall’indipendenza ai giorni nostri. Entro la fine del mese dovrà ripagare al Fondo Monetario Internazionale (FMI) un prestito in scadenza per 1,6 miliardi di euro. Dopo molti mesi di trattative, incontri e scontri tra il governo e i creditori istituzionali, l’attenzione dei media si concentra più che mai sulla questione greca. Proviamo quindi a fare un po’ di chiarezza sui possibili scenari futuri e cerchiamo di capire come si può trovare una via di uscita sostenibile per la Grecia e per i suoi creditori.
La vittoria in Grecia di Syriza, il partito di sinistra guidato da Alexis Tsipras, ha suscitato in Europa forti reazioni. In molti vedono nelle dichiarazioni anti austerity e a favore di una rinegoziazione dei prestiti del leader di Syriza la via verso la rinascita dell’Europa. Ma siamo sicuri che sia così?
Non è bastata la liquidità della BCE e nemmeno le riforme annunciate. I molti trimestri di contrazione del prodotto interno lordo italiano si sono accompagnati a un crescente allontanamento dei capitali dall’economia reale, rendendo sempre più difficili le possibilità di ripresa.
La caduta del prezzo del petrolio è una catastrofe? Dipende. Per l’Italia no di certo in quanto siamo importatori netti e la riduzione dei costi fa bene all’economia. E per i paesi produttori? Jordan Weissmann su Slate ci spiega come valutare l’impatto della riduzione del prezzo sui paesi che dipendono dalla produzione di petrolio. Per alcuni paesi il calo è una minaccia. Per altri no.
Il PIL misura tutto, tranne ciò per cui vale la pena vivere. Così disse Robert Kennedy, fratello del Presidente degli Stati Uniti in un famoso discorso nel 1968.
È ufficiale. Con la Legge di Stabilità 2014, votata la vigilia di Natale al Senato, è stata finalmente resa ufficiale la modifica dell’imposta di bollo sugli strumenti finanziari. L’imposta, contro cui Risparmiamocelo si è battuto fin dalla sua nascita, ha così sostanzialmente attenuato il suo carattere regressivo, e non è più lesiva del piccolo risparmio. Vediamo di seguito quali sono le modifiche che sono state apportate e cosa cambia per la vita dei risparmiatori:
Ma siamo ricchi o siamo poveri? La ricchezza degli italiani è superiore a quella dei tedeschi ma un italiano su tre è a rischio povertà. Questi messaggi, in apparenza contraddittori, mettono chiaramente in luce le profonde fratture che caratterizzano il paese e che dovrebbero indirizzare l’agenda politica.
L’Italia è più corrotta di Montenegro e Ghana. È quanto emerge dall’indice di percezione della corruzione pubblicato da Transparency International. Un campanello di allarme per tutto il Paese perché la corruzione pesa fortemente sulle nostre tasche e rappresenta un grande ostacolo per le potenzialità di ripresa economica.
Il settore bancario è chiamato ad affrontare sfide cruciali che avranno un impatto enorme sul sistema Italia. L’esigenza di riavvicinarsi al sistema industriale da un lato, fornendo supporto creditizio e consulenza che aiutino davvero le aziende, e dall’altro il tornare a incentivare il risparmio attraverso prodotti semplici e trasparenti e servizi innovativi, richiedono un enorme sforzo al sistema bancario. Non è certo però se questo sia attrezzato per raccogliere la sfida.