Il Presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato ieri misure di stimolo monetario ben superiori alle attese. L’obiettivo è chiaro: cercare di stimolare la crescita economica e ribadire, a dispetto delle critiche di alcuni, che la Banca Centrale ha conservato intatto il potere di intervento sull’andamento dell’economia.
Il pacchetto di interventi prevede innanzitutto il taglio di tutti e tre i principali tassi di interesse:
– il tasso di riferimento (o refinancing rate, quello che fornisce la maggior parte di liquidità al sistema bancario) che passa dallo 0,5% a zero;
– l’overnight sui depositi (pagato alle banche che tengono denaro presso la BCE), che passa dallo -0,30 a -0,40% (si tratta in sostanza di un aumento di quanto le banche pagano sui loro depositi);
– la marginal lending facility, che scende dallo 0,30 allo 0,25%.
È inoltre previsto un aumento del Quantitative Easing: a partire da aprile gli acquisti dei titoli di Stato da parte della BCE passeranno da 60 a 80 miliardi di euro e dureranno fino a marzo 2017. Non solo, la Banca Centrale acquisterà anche obbligazioni societarie non finanziarie(corporate bond). Questo dovrebbe andare nella direzione di incentivare le medie e grandi aziende a finanziarsi attraverso il mercato dei titoli obbligazionari a tassi favorevoli.
Ma la decisione di politica monetaria probabilmente destinata ad avere un maggiore effetto sull’economia, è definita come “nuovo TLTRO”, vale a dire la concessione di liquidità da parte della BCE agli istituti bancari che prevede anche di “premiare” le banche che faranno credito all’economia con una serie di maxi prestiti. Questi nuovi prestiti avranno durata quadriennale e le banche otterranno denaro pagando un tasso di interesse prossimo allo zero, che potrà ulteriormente ridursi per le banche che faranno credito a famiglie e imprese. In sostanza il sistema bancario potrà finanziarsi per i prossimi 4 anni “gratis” e la BCE premierà le banche perché facciano credito all’economia reale. E questo in un’area euro in cui l’80% dei finanziamenti alle imprese passa attraverso le banche diventa un fatto strategico fondamentale. Ovviamente questa mossa avrà effetto se dall’altra parte le famiglie e le imprese chiederanno a prestito denaro alle banche per finanziare investimenti e consumi. Il trend per ora è moderatamente positivo: in gennaio il credito alle imprese a livello europeo è cresciuto dello 0,6%, contro uno 0,1% del mese precedente.
Più di così Draghi non poteva fare. E del resto, come ha dichiarato durante la conferenza stampa della BCE di ieri, “se non avessimo fatto niente, … oggi ci ritroveremmo con una disastrosa deflazione.” Ora è tempo che anche i Governi inizino davvero a fare la loro parte, mettendo in campo reali riforme strutturali e politiche fiscali realmente espansive, ad iniziare dall’Italia.