Molto del rendimento delle obbligazioni che vengono vendute agli sportelli bancari viene divorato dai costi legati all’obbligazione. Ma c’è un altro divoratore di rendimento che i risparmiatori italiani dovrebbero conoscere: si tratta degli oneri impliciti, il vero pirana dei nostri investimenti.
Facciamo prima un passo indietro. Per gli emittenti di titoli obbligazionari esistono due tipologie di acquirenti: gli “istituzionali”, le aziende che professionalmente si occupano di risparmio, e gli investitori privati. Dal momento che i prodotti acquistati sono gli stessi, le obbligazioni bancarie, il prezzo o meglio, il rendimento, dovrebbe essere identico per le due categorie di investitori.
Dovrebbe ma non è così: il rendimento di un’obbligazione bancaria emessa per i risparmiatori privati (retail) è quasi sempre diverso (molto più basso) da quello che viene riconosciuto agli investitori istituzionali. La differenza sono gli “oneri impliciti”.
Questa differenza di rendimento non solo non ha alcun senso ma avvantaggia le Banche a nostre spese: come risparmiatori privati ci prendiamo lo stesso rischio di un’Istituzionale ma veniamo pagati molto meno dalla Banca*.
E’ come se noi andassimo a comprare una Fiat Panda e scoprissimo che la stessa è venduta ad un pilota professionista ad un prezzo inferiore del 30%.
Sono gli oneri impliciti a far sì che nelle tasche delle banche rimanga molto del rendimento che in realtà dovrebbe essere pagato ai privati. Ma quanto? Beh date uno sguardo al grafico degli amici di AdviseOnly:
Avete capito bene, gli oneri impliciti delle obbligazioni del grafico arrivano fino al 33%. Un emittente che ha un rischio tale per cui una sua obbligazione rende l’8% sul mercato istituzionale, ottiene in prestito la stessa somma per lo stesso periodo di tempo pagando poco più del 3% al pubblico dei risparmiatori. Il 5% rimane nelle tasche dell’emittente.
Gli oneri impliciti sono una voce importantissima per le nostre tasche: o evitiamo di comprare obbligazioni dai costi eccessivi oppure ci rivolgiamo ad investitori istituzionali e compriamo le obbligazioni bancarie con un fondo comune d’investimento (anche qui facendo attenzione ai costi).
*Il rendimento infatti è la remunerazione che ci viene offerta in cambio del rischio che corriamo prestando denaro ad un emittente; questo rischio varia con la durata del prestito (tipicamente più a lungo prestiamo, più rischiamo che le condizioni finanziarie dell’emittente varino e che riottenere indietro il nostro denaro sia più difficile) e con la “robustezza” finanziaria dell’emittente (quanto più un emittente è in grado di ripagare i suoi debiti, tanto più basso è il tasso che riceveremo in cambio del nostro denaro). Va da sé che il rendimento non è funzione del “tipo di acquirente” ma della rischiosità dell’obbligazione.