Decine di migliaia di piccoli risparmiatori italiani sono recentemente caduti nella truffa dei diamanti da investimento. Come tutti sappiamo, il diamante è il regalo perfetto per le occasioni speciali della vita come la Laurea, la Cresima, l’anniversario di matrimonio o di fidanzamento. E ci piacerebbe immaginarlo soltanto così…
Come funziona la truffa dei diamanti da investimento?
Prima di capire come funziona la truffa dei diamanti da investimenti è opportuno comprendere da cosa dipende il prezzo di un diamante.
Il costo di un diamante dipende dalle cosiddette “4C” (Colour, Clarity, Cut and Carat) e cioè colore, purezza, taglio e peso (carato).
La complessità di queste caratteristiche rende ogni pietra praticamente diversa da tutte le altre.
Di fatto, quello dei diamanti è uno dei mercati meno trasparenti e meno liquidi al mondo. Ad esempio, non esiste un indice finanziario in grado di replicare il prezzo di mercato del diamante, a differenza di quanto accade per l’oro e le altre materie prime (caffè, soia, cotone etc..)
Non esiste nemmeno un listino ufficiale dei prezzi dei diamanti. Il più famoso per gli operatori professionisti, è il “Rapaport Diamond Report” di New York che aggiorna i prezzi settimanalmente, ma non è un listino rivolto al pubblico “retail”.
Data la complessità del mercato dei diamanti e le evidenti lacune informative sui prezzi, ci sono tutti gli ingredienti per mettere in piedi la solita truffa a danno dei piccoli risparmiatori.
A spacciare i diamanti per investimento sicuro e redditizio sono stati direttamente gli sportelli bancari per il tramite di alcune società specializzate nella compravendita di diamanti. Stiamo parlando della Diamond Private Investment (Dpi) e della Intermarket Diamond Business (Idb) che ricoprono circa il 70% del giro d’affari in Italia di diamanti. A denunciare per prima questo fenomeno era stato Report, in una puntata andata in onda lo scorso ottobre.
Al risparmiatore che entra in banca per investire in diamanti viene offerto un listino redatto “ad hoc” dalle stesse società di appoggio.
Stando alle ultime tabelle dei prezzi dei diamanti pubblicate dalla Diamond Private Investment, il prezzo al carato può arrivare fino ai 48.705 euro (colore “River D” e purezza “IF”). Per la stessa pezzatura, colore e purezza i prezzi di listino della Intermarket Diamond Business sono pressoché gli stessi. La tabella dei diamanti da investimento della Dpi è riportata in basso.
Tuttavia, si tratta di quotazioni gonfiate arbitrariamente che non rispecchiano in nessun modo il valore di mercato dei diamanti. E adesso vi mostreremo perché…
Fonte: Listino Diamond Private Investment
Quanto costano i diamanti da investimento sul mercato?
L’IDEX è un listino accessibile al pubblico retail che registra i prezzi in real time degli scambi di diamanti avvenuti presso le Borse mondiali.
Pertanto, l’IDEX fornisce una buona approssimazione del prezzo di mercato dei diamanti. Ebbene, stando alle ultime rilevazioni, un diamante di 1 carato, colore D e purezza IF è stato scambiato a 20.400 dollari, l’equivalente di 17.540 euro, (vedi tabella sotto).
La differenza di prezzo è a dir poco impressionante. Le società che offrono diamanti da investimento quotano a prezzi quasi tre volte maggiori di quelli rilevati dall’ IDEX. Ma come è possibile?
Fonte: IDEX
Gli intermediari degli investimenti in diamanti hanno creato un mercato parallelo ancora più oscuro. I prezzi dei diamanti vengono fatti crescere appositamente nel tempo in modo da poter guadagnare sui margini della futura compravendita.
Si determina così un circuito chiuso nel quale non esiste né una garanzia sul buon esito della operazione né alcuna sicurezza di rendimenti futuri.
Questo contorto meccanismo può reggere finché la banca trova un altro consumatore disposto ad acquistare il diamante ad un prezzo “fuori mercato”.
Un diamante è davvero per sempre?
L’Antitrust (l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato) è finalmente intervenuta sulla vicenda dei diamanti da investimento, infliggendo multe e sanzioni per oltre 15 milioni di euro.
Anche gli istituti bancari coinvolti (Unicredit, Banco BPM, Banca Intesa e Mps) sono stati puniti per aver «utilizzato il materiale informativo predisposto da Idb e Dpi» e per aver dato «ampia credibilità alle informazioni contenute nel materiale promozionale delle due società, determinando molti consumatori all’acquisto senza effettuare ulteriori accertamenti».
La truffa dei diamanti da investimento ci insegna ancora una volta che non esistono beni di rifugio che garantiscono un rendimento sicuro. Per i risparmiatori vale la pena diffidare da chi vi porta ad investire in mercati poco trasparenti poiché è maggiore il rischio di incorrere in truffe.
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