Quando investire? E se poi si perde? Qual è il prodotto migliore? È il caso invece di vendere? Quando si tratta della gestione dei propri risparmi, sono molti i dubbi che affollano la mente degli investitori. L’esperienza suggerisce che, molto spesso, questi timori si traducono in scelte sbagliate e costose. Vediamo quali sono gli errori più frequenti commessi dagli investitori, e qualche consiglio e strumenti per evitarli.
Pensare che esista un guadagno senza rischio
Un prodotto di investimento che faccia guadagnare (anche poco) e senza rischio è il sogno di molti investitori. Questa utopia si scontra però con quella che è la prima legge della finanza, ossia che non c’è rendimento senza rischio o, in altre parole, che il rischio è un elemento imprescindibile di ogni investimento. Il mercato, soprattutto negli ultimi anni, è stato inondato di prodotti di investimento costruiti espressamente per sembrare sicuri e redditizi, proprio per rispondere a questa esigenza espressa da molti risparmiatori, che si sono però trovati in mano prodotti complicati, farciti di costi impliciti, con rendimenti a scadenza molto inferiori a quanto preventivato o vere e proprie fregature.
Importante è quindi valutare attentamente il rischio che si è disposti a correre, la perdita che si è pronti a sopportare, perché proprio questo è l’elemento necessario a ricercare un rendimento maggiore (su un orizzonte temporale adeguato).
Inseguire il momento perfetto
Sarebbe bello avere la sfera magica per poter predire l’andamento dei mercati, ma ciò purtroppo non è possibile. Qual è quindi il momento giusto per investire, posto che nessuno riuscirà sistematicamente a comprare quando i prezzi sono ai minimi e vendere quando sono ai massimi? Una buona prassi è quella di diversificare i momenti di acquisto, soprattutto se si sceglie di investire in prodotti più rischiosi e con un maggior rendimento atteso, quindi più soggetti a oscillare. Ossia, anziché investire tutto in un’unica soluzione, correndo il rischio di essere alla vigilia di una discesa dei mercati, è bene dilazionare nel tempo l’investimento, aumentando quindi gradualmente la posizione su uno strumento finanziario più rischioso, per essere meno soggetti ai movimenti del mercato di breve periodo.
Aspettare che la borsa salga
Comprando oggi un titolo non si beneficia della sua performance passata. Sembra banale, eppure i dati raccontano che quando la borsa è salita tutti si precipitano a investire e vendono quando i mercati sono già scesi. Questo comportamento, da cui sembra essere così difficile astenersi, è in aperto contrasto con la banalità di cui sopra, ed è estremamente lesivo del rendimento dell’investimento. L’approccio corretto sarebbe infatti quello diametralmente opposto, ossia di aumentare gradualmente l’esposizione in mercati che scendono e ridurla invece man mano che questi salgono, prendendo profitto. Nel lungo periodo, questa strategia si dimostra essere vincente perché permette di beneficiare delle riprese dei mercati e di essere meno esposti quando questi correggono.
Pensare che media e economisti aiutino a scegliere meglio gli investimenti
Vi sono diversi motivi per non basarsi su quanto letto sui giornali o detto dagli economisti quando si decide come investire i propri risparmi. A dirla tutta, ci sono anche ottimi motivi per fare proprio il contrario, ma questo è un altro capitolo. Non si tratta di scarsa competenza dei giornalisti, ma proprio del fatto che fanno il loro lavoro, ossia quello di osservare i fatti e raccontare le notizie. Il risultato è che i giornali raccontano fatti e dinamiche già accaduti, quindi quello che per un titolo sui giornali potrebbe essere il crollo dei mercati emergenti, per l’investitore potrebbe essere un’ottima occasione d’acquisto. Gli economisti non sono certo una fonte di consigli per gli investimenti più attendibile, come suggerito dalla enorme mole di previsioni mancate e crisi non previste, tanto che sarebbe equivalente affidarsi al verdetto di una monetina per vendere o comprare.
Anche qui, a venire incontro all’investitore c’è il metodo, che va applicato con rigore, senza inseguire le mode passeggere o i vaticini del guru dell’economia di turno.
Pensare che i costi non siano importanti
La prima cosa che guarda un investitore scegliendo i prodotti finanziari da comprare sono i rendimenti. Molta meno attenzione viene invece dedicata all’aspetto dei costi. Che commissioni ha questo prodotto? Se ci sono commissioni di performance, come sono calcolate? A quale servizio corrispondono i costi che si sostengono? Queste domande sono di primaria importanza perché i costi, sostenuti ogni anno, hanno un forte impatto sul rendimento di lungo periodo dell’investimento e, a differenza del rendimento, sono certi.
Non è detto che il prodotto più economico sia quello migliore, ma è importante capire per quale servizio si sta pagando, e valutare l’appropriatezza dei costi sostenuti. A un costo più elevato deve corrispondere un servizio di maggior qualità.
Il rendimento dei propri investimenti è quindi sicuramente determinato dalla scelta del prodotto, ma anche (soprattutto?) dal comportamento dell’investitore. È facile, quando si tratta di gestione dei propri soldi, farsi prendere da timori e compiere scelte sull’onda dell’emotività, con il risultato di incorrere in perdite anche importanti. Ci sono strumenti che possono venire in soccorso dell’investitore, proprio per aiutarlo a impostare e mantenere un efficace metodo per la gestione dei propri investimenti. Finalmente un’innovazione nel settore finanziario al servizio del risparmiatore.