Vi siete mai chiesti chi è stato il Presidente americano che ha fatto crescere di più la Borsa durante il suo mandato?
Una domanda di stretta attualità visto che molti investitori si chiedono se la crescita dei mercati azionari durerà ancora per molto. Mentre Trump si appresta a raggiungere il suo nono mese di mandato alla presidenza degli Stati Uniti, l’S&P 500, l’indice azionario principale della Borsa statunitense, ha sempre chiuso in positivo negli ultimi 10 mesi. Se accadrà ancora, questa sarà ricordata come la fase di mercato positiva più lunga da oltre 90 anni. Un record assoluto.
Quali sono stati i Presidenti americani che hanno fatto scatenare i tori e gli orsi a Wall Street?
Questi termini sono comunemente utilizzati nel vocabolario finanziario per indicare una fase di mercato in salita (toro) oppure in discesa (orso). Per capire chi è stato il migliore e peggiore Presidente americano per i mercati finanziari, abbiamo tenuto conto dei dati forniti dal sito MacroTrends.com.
Questa infografica riassume le performance dell’indice S&P 500 a partire dall’insediamento alla Casa Bianca di ogni Presidente degli Stati Uniti d’America.
Il presidente che ha dato la maggiore spinta ai mercati è stato il repubblicano Calvin Coolidge, durante il periodo 1923-1929. Nei 6 anni del mandato di Coolidge, l’S&P 500 ha reso il 230,5% che corrisponde ad una performance annua media del 23,9%.
Al secondo posto c’è Bill Clinton, che ha registrato una performance di periodo del 211,3% pari al 15,3% annuo. Medaglia di bronzo, invece, per Barack Obama che ha fatto crescere l’S&P 500 del 175,90% durante il suo mandato.
Solo sesto Ronald Reagan che nell’ottobre del 1987, a due di scadenza dal suo mandato, subì la furia del “Black Monday”. In un solo giorno le Borse americane scesero di circa il 20% bruciando oltre 500 miliardi di dollari.
Al posto giusto nel momento sbagliato. Le presidenze più sfortunate sono avvenute in concomitanza di eventi di portata storica per gli Stati Uniti. Stiamo parlando della Grande Depressione del 1929, lo scandalo Watergate, l’attentato dell’11 Settembre 2001 e la Crisi Finanziaria dei Subprime.
La peggior presidenza per i mercati finanziari è stata quella di Herbert Hoover (-77%), salito in carica soltanto 6 mesi prima del Martedì Nero del 29 Ottobre 1929. Curioso notare che la peggior presidenza è avvenuta subito dopo quella migliore.
Nei bassifondi della classifica c’è la presidenza di G.W. Bush, falcidiata dai ribassi derivanti dallo scoppio della bolla delle Dotcom e dagli attentati alle Torri Gemelle. Durante gli 8 anni di mandato di Bush, l’S&P 500 ha perso il 39,5%.
Sono meglio i repubblicani o i democratici per le Borse?
Il maggior guadagno per l’ S&P500 è avvenuto sotto una presidenza repubblicana, ma in media i democratici hanno fatto meglio. La performance annua dell’ S&P 500 durante un mandato repubblicano è stata del 9,99%,mentre con i democratici del 13,19%. Tuttavia, come dimostrato dagli studi di (Campbell e Li 2004), l’appartenenza ad un partito o ad un altro non ha un impatto statisticamente significativo sui rendimenti del mercato azionario negli Stati Uniti.Tutto ciò ha senso, poiché i rendimenti delle azioni sono influenzati da una miriade di fattori come la valutazione aziendale, i cicli economici e la politica monetaria.
E Trump? Nei suoi primi 9 mesi di mandato, l’S&P500 ha guadagnato il 12,40%. Una performance che se annualizzata corrisponderebbe a circa il 16,53% e che collocherebbe il Tycoon al secondo posto di questa particolare classifica. Riuscirà Donald Trump a battere il record di Calvin Coolidge? Questo non possiamo saperlo, ma ricordiamoci che l’eccessiva euforia non è mai di buon auspicio per i mercati.
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