Il debito pubblico italiano è tornato di stretta attualità dopo le vicissitudini politiche degli ultimi mesi.
In questo articolo daremo risposta ad alcune domande sul debito pubblico italiano che affollano la mente dei risparmiatori italiani.
Prima di tutto, vale la pena ricordare quanto vale il debito pubblico italiano.
A marzo 2018, il nostro debito pubblico ha raggiunto la cifra record di 2.302 miliardi di euro, che equivalgono al 131% del nostro PIL.
Importante è invece capire chi detiene il debito pubblico italiano. Sicuramente ti sarà capitato di sentire dire che larga parte del debito pubblico italiano appartenga ai risparmiatori residenti e che pertanto questo livello non desta preoccupazioni.
Ma è davvero così?
Chi possiede il debito pubblico italiano?
Per capire chi sono oggi i creditori dello Stato italiano, cioè coloro che hanno in mano titoli del nostro debito pubblico, abbiamo utilizzato i dati disponibili sul sito della Banca d’Italia.
I piccoli risparmiatori e le imprese italiane hanno oggi in mano soltanto una piccola parte (il 5%) del nostro debito pubblico, pari a circa 132 miliardi di euro.
È doveroso precisare che si tratta di una sottostima, in quanto tiene conto dell’investimento diretto dei risparmiatori in titoli di stato italiani, escludendo pertanto la quota detenuta in portafogli gestiti.
Tuttavia, non si può negare che negli ultimi vent’anni si sia assistito ad un vero e proprio esodo dei risparmiatori italiani dall’investimento in Titoli di Stato tricolore.
Tornando indietro al 1998, il debito pubblico nelle tasche degli investitori nostrani era pari al 31% (corrispondenti a circa 381 miliardi dell’epoca) del totale.
Sono gli investitori non-residenti in Italia a possedere la fetta più consistente del nostro debito pubblico. Oggi gli investitori stranieri possiedono il 35% (738 miliardi di euro) del debito italiano.
Le banche detengono il 26% del debito pubblico italiano mentre altre istituzioni finanziarie, come assicurazioni e fondi, ne hanno in mano il 18%.
Se le prime hanno ridotto la loro quota, assicurazioni e fondi hanno invece incrementato il loro possesso di debito italiano.
Infine, una quota rilevante del nostro debito il (16%) è oggi detenuta dalla Banca d’Italia, direttamente o attraverso la Bce.
Dopo lo scoppio della crisi, le banche centrali di tutto il mondo sono intervenute per dare stimolo all’economia attraverso misure di politiche monetaria non convenzionali (Quantitative Easing).
È interessante notare come dal 2015 la quota di debito pubblico nelle mani della banca centrale sia aumentata dal 4% al 16%, per via del programma di acquisti di asset messo in atto dalla Bce.
In termini numerici, a febbraio 2015 (un mese prima dell’inizio del QE), la Banca d’Italia possedeva € 106 miliardi di debito italiano. Tre anni dopo questa cifra è più che triplicata (372 miliardi).
Ecco l’infografica che mostra una panoramica completa sul debito pubblico italiano.