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Cattivi consiglieri di se stessi

Ci piace un vestito ma ci sembra caro? Potremmo rimandare l’acquisto aspettando i saldi. Passeggiamo per il supermercato e vediamo la pasta in offerta? Ne compriamo subito un pacco in più di quello di cui abbiamo bisogno nell’immediato. Il fatto che i prezzi scendano fa sì che l’acquisto di un qualsiasi prodotto diventi più interessante. È così per i vestiti, per la pasta, per le auto, per le case… ma non per i prodotti finanziari.

di Luigi Ripamonti - 24 Gennaio 2014 - 4'

Ci piace un vestito ma ci sembra caro? Potremmo rimandare l’acquisto aspettando i saldi. Passeggiamo per il supermercato e vediamo la pasta in offerta? Ne compriamo subito un pacco in più di quello di cui abbiamo bisogno nell’immediato. Il fatto che i prezzi scendano fa sì che l’acquisto di un qualsiasi prodotto diventi più interessante. È così per i vestiti, per la pasta, per le auto, per le case… ma non per i prodotti finanziari.

Per quanto riguarda i mercati finanziari, infatti, tendiamo a comprare quando i prezzi sono saliti e a vendere quando sono scesi. Questa dinamica emerge chiaramente osservando i dati elaborati da Assogestioni sulla raccolta netta dei fondi comuni di investimento italiani (e delle gestioni individuali) negli ultimi 10 anni. L’andamento del mercato azionario globale, in rosso nel grafico, è positivamente correlato con i dati sulla raccolta: gli anni caratterizzati da un aumento dei prezzi azionari hanno visto un aumento del risparmio gestito. Risparmio che è stato disinvestito negli anni di ribasso dei prezzi. Esattamente il contrario di quello che farebbe un buon investitore, e che vorrebbe il buon senso.

La finanza comportamentale, nata alla fine degli anni Settanta dagli studi di alcuni psicologi ed economisti, mette in discussione le teorie economiche tradizionali che assumono la razionalità degli agenti, ritenendo che l’emotività degli individui li porti a fare scelte di investimento che divergono da quanto farebbe un individuo razionale. Uno dei risultati cardine della finanza comportamentale è la constatazione che gli individui non danno un’importanza simmetrica al rischio, inteso come potenziale guadagno e possibile perdita, ma danno molto più peso alla seconda componente. Questo li porta a non tollerare la perdita, e quindi a rivedere presto la scelta di investimento nel caso in cui questa si verifichi. In tal modo i risparmiatori tendono a vendere titoli su cui hanno perso, e a comprare quando sono già maturi entrando in ritardo sul mercato.

Per evitare di incappare in questo errore, e danno economico, è fondamentale interiorizzare il principio fondamentale della finanza, per cui la relazione tra rischio e rendimento è necessariamente positiva: ad un’attività con un maggiore rendimento potenziale corrisponde un maggiore rischio. La scelta del rischio a cui esporsi dipende, oltre che da attitudini personali, dal fine dell’investimento e dal conseguente orizzonte temporale. Se si riesce a fare correttamente questa valutazione, allora la discesa dei mercati è un’ottima occasione di acquisto. Se ci piace una certa pasta e la troviamo in offerta, ne compriamo ancora. Allo stesso modo, se ci piace un titolo azionario, un’obbligazione o un fondo comune, perché riteniamo che abbiano delle buone potenzialità, quando il prezzo del titolo scende (quindi costa di meno) ne compriamo ancora.

Per investire sui mercati ma contenendo la volatilità, una via percorribile è costituita da un acquisto periodico anche di importo contenuto. Per quanto riguarda i fondi comuni di investimento, uno strumento diffuso per fare ciò è rappresentato dal PAC (Piano di Accumulo di Capitale), un meccanismo automatico con cui periodicamente si investe in un fondo comune (ecco un interessante approfondimento sul tema). In questo modo si elimina la componente emotiva dalla scelta di investimento e si riesce a profittare anche delle fasi di mercato discendente.

Soccombere all’emotività può essere una grave minaccia per la gestione dei propri risparmi. Per questo è importante valutare attentamente le proprie esigenze e darsi una disciplina.

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