Vi siete mai chiesti quale sia l’investimento che rende di più? Investire sui mercati finanziari è meglio rispetto ad investire nel mattone?
Quello che stiamo per mostrarvi in questo articolo è un confronto tra azioni, obbligazioni e immobili come non lo avete mai visto.
Nessuno fino ad ora era stato in grado di dire con esattezza quale fosse il rendimento degli strumenti finanziari e degli immobili nel lungo periodo.
Un gruppo di ricercatori ha finalmente deciso di mettere nero su bianco, pubblicando di recente uno studio1 sui tassi di rendimento reali delle attività finanziarie e immobiliari in 16 paesi del mondo a partire dal 1870. Già, quasi 150 anni di rilevazioni e statistiche per sancire una volta per tutte l’investimento migliore di tutti i tempi.
Ma andiamo con ordine. Per evitare di confrontare le mele con le pere, occorre distinguere investimenti rischiosi (azioni e immobili) da investimenti “sicuri” (obbligazioni e titoli di stato a breve termine).
Azioni o mattone? Cosa ha reso di più nel lungo periodo?
A livello globale, le azioni hanno avuto rendimenti più alti rispetto al mattone nel lungo periodo, 7,04% all’anno contro 6,69%.
Comprare azioni si è rivelato un investimento migliore in Australia, Finlandia, Italia, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Il mattone è stato invece un investimento più redditizio in Francia, Belgio, Germania, Norvegia e Portogallo.
Dal 1980, però, in nessun paese gli investimenti immobiliari sono stati in grado di rendere di più rispetto alle azioni.
L’Italia è il paese che mostra i rendimenti annuali più bassi nell’investimento immobiliare (4,77%). Nel lungo periodo, in Italia le azioni hanno reso in media il 7,32%, e cioè il 2,55% in più rispetto al mattone.
Curiosamente, gli Stati Uniti non sono il paese con i rendimenti medi più alti nelle azioni (8,39%), bensì la Finlandia dove l’equity ha reso in media il 9,98% all’anno.
Obbligazioni: qual è stato il premio al rischio più elevato nel lungo periodo?
Le obbligazioni sono definite, con eccessiva semplificazione forse, l’ investimento sicuro per eccellenza.
Se sei un lettore del nostro blog, sai bene che esiste comunque il rischio default dell’emittente e che nel mondo della finanza non esiste un investimento sicuro e al contempo redditizio.
È vero però che storicamente le obbligazioni sono state meno rischiose delle azioni e degli immobili, e proprio per questo i loro rendimenti sono stati inferiori.
La differenza di rendimento tra un asset rischioso e le obbligazioni governative a breve termine (i Bot per intenderci), viene chiamata “premio al rischio”.
É interessante, pertanto, andare a vedere in quali paesi e in che periodo l’investimento in azioni o in immobili è stato in grado di compensare maggiormente l’incertezza assunta dall’investitore nell’aver preferito un investimento rischioso ad un investimento più sicuro.
In Italia, il premio al rischio medio per investire in azioni è stato del 5,95%, leggermente sopra la media mondiale (5,89%). Particolarmente rilevante è il fatto che in Italia il premio al rischio per investire nel mattone rispetto alle obbligazioni (3,4%) è il più basso tra i paesi considerati ed è di oltre il 2% inferiore alla media mondiale. Che cosa significa tutto questo?
Gli italiani amano il mattone, e lo considerano il sogno del cassetto quando si tratta di investire.
Sta a te dire, alla luce dei dati emersi, se il gioco di avere il 3,4% all’anno in più (associato ad una maggiore volatilità) rispetto ad un titolo sicuro valga davvero la candela.
Riassumiamo i risultati principali di questo studio:
1) L’Italia mostra tassi di rendimento delle azioni (7,32%) leggermente maggiori della media degli altri paesi (7,04%).
2) Il mattone si è rivelato un investimento meno redditizio in Italia (4,77%) rispetto al resto del mondo (6,69%).
3) In Italia le obbligazioni hanno reso di più. Ogni anno, il rendimento medio dei bond è stato di mezzo punto percentuale maggiore rispetto alla media degli altri paesi.
4) Anche il tasso “risk free” associato ai Titoli di Stato a breve termine, è stato maggiore in Italia (1,37%) rispetto a quello osservato a livello mondiale (1,15%).
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1 Jordà, Òscar, Katharina Knoll, Dmitry Kuvshinov, Moritz Schularick, Alan M. Taylor. 2017. “The Rate of Return on Everything, 1870–2015” Federal Reserve Bank of San Francisco Working Paper 2017-25. https://doi.org/10.24148/wp2017-25