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Le perdite subite dai risparmiatori come conseguenza della risoluzione della crisi di quattro banche italiane secondo le norme consentite dalla corrente regolamentazione europea sollevano molti quesiti sui presupposti e le implicazioni del nuovo meccanismo.
Con l’evoluzione delle economie, la crescita indubbia della loro complessità e le nuove responsabilità dello Stato nell’economia anche i rapporti tra Stato e risparmiatori hanno subito una notevole evoluzione.
La domanda che si pone Jared Diamond nel nuovo progetto è cosa consente di superare le crisi di un individuo e di una comunità. C’è in tutto ciò una lezione per l’Italia?
Non sfruttare tutte le opportunità di diversificare i propri investimenti è uno degli errori più frequenti e diffusi commessi dagli investitori.
È molto difficile riuscire a migliorare la qualità delle scelte finanziarie dei risparmiatori se questi non hanno delle nozioni per far di conto. Si può obiettare che questa è una visione esagerata. Dopo tutto per curarci dei malanni non prendiamo lezioni di medicina ma ci affidiamo al medico. Per analogia, si può sostenere, la soluzione è quella di delegare le scelte all’esperto e far decidere lui al posto nostro, sia questo un intermediario o un consulente finanziario. Ma non è esattamente così.
Le banche e l’industria finanziaria non godono di grande reputazione. Ancor più nell’ultimo lustro dopo che la crisi finanziaria ha portato alla luce fatti e soprattutto misfatti riconducibili a comportamenti scorretti e ad abusi della fiducia dei clienti.
In un precedente articolo su questo sito ho documentato come in Italia vi sia una spesa per scommesse che dire abnorme è poco: 4.000 euro l’anno a famiglia, con una perdita media di 1.000 euro (3.000 vengono resi come vincite), 20 volte di più di quanto si spende in media nel mondo, e la spesa è quadruplicata in 10 anni.
L’innovazione finanziaria – la creazione di nuovi prodotti e servizi finanziari - può essere usata dagli intermediari per estrarre rendite dal risparmiatore senza dargli in cambio niente di sostanziale (è quello che spesso avviene con la creazione di prodotti complessi) oppure per offrire un servizio o un prodotto che soddisfi un’esigenza sentita o risolva un problema per il risparmiatore.
Non è un caso che l’apertura delle considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia di quest’anno sia dedicata ai mutamenti istituzionali avvenuti in Europa e segnatamente al nuovo disegno della vigilanza bancaria, con molte competenze passate ad autorità sovranazionali, e un nuovo meccanismo di gestione delle crisi bancarie.