Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
La crisi economica e sociale ha condotto a una sostanziale insicurezza che pervade ormai la società nel suo insieme, ripercuotendosi inevitabilmente sulle scelte di investimento dei risparmiatori italiani.
La parabola di John Law è una storia vecchia di 300 anni, che parla di una crisi, finanziaria prima e sociale poi. E’ una vicenda del passato da cui trarre insegnamenti per il presente, perché dall’esperienza della bolla del Mississippi, bisogna trarre i giusti insegnamenti per non ripetere gli stessi errori e meglio orientarsi nella crisi in cui ancora oggi navighiamo.
Il tema della concorrenza, intesa come libera scelta e possibilità di cogliere le migliori opportunità sul mercato, senza imposizioni da parte dello Stato o vincoli imposti da coalizioni d’imprese, è spesso difficile da affrontare soprattutto nel sistema del risparmio gestito italiano.
Il risparmio rappresenta un valore costituzionale. A fissare questo principio è la Costituzione Italiana che all’art.47 sancisce l’incoraggiamento e la tutela del risparmio “in tutte le sue forme” e il suo accesso “diretto e indiretto all’investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”. E allora come è possibile che nel momento del bisogno proprio lo Stato si dimentichi del dettato costituzionale attuando politiche aggressive invece che protettive e incoraggianti?
Il termine Bitcoin è sulla bocca di tutti, il suo valore cresce di giorno in giorno ed ormai è diventato di uso comune. In Cina spopola, mentre negli Stati Uniti sono già stati istallati i primi bancomat dedicati, ma in molti ancora non sanno di cosa si tratta. Cos’è dunque il Bitcoin?
Che il sistema produttivo italiano sia bancocentrico non è una novità. La crisi che attanaglia il Paese da anni ne ha solo amplificato gli effetti, riproponendo i problemi irrisolti del sistema finanziario italiano: la dipendenza dalle banche, l'assenza di mercati azionari e obbligazionari sviluppati e la mancanza di risorse alternative per l’accesso al credito.
Sembra ormai vicino l'approdo dei fondi comuni a Piazza Affari. Il progetto che prevede la creazione di un mercato quotato dei fondi comuni è arrivato alle sue fasi finali. Archiviati i test tecnici, come riportato da Plus24 dello scorso 25 gennaio, si aspetta ormai solo il via libera definitivo delle autorità di vigilanza.
Storicamente la casa, il mattone, è sempre stato ritenuto un investimento sicuro, al riparo dalle crisi finanziarie, in particolare in Italia. Oggi, tuttavia, sei anni di crisi dimostrano che non è un bene di rifugio ma soltanto un altro mito da sfatare.