Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
L’ammontare del debito pubblico italiano è alle stelle, l’economia è in recessione e ad agosto il Paese è entrato in deflazione mostrando gli effetti di un preoccupante calo della domanda e dei consumi. Tutti segnali di un’economia ormai allo stremo che attende (ancora) azioni risolutive dalla politica. Eppure in questa situazione non mancano i paradossi.
Quando investire? E se poi si perde? Qual è il prodotto migliore? È il caso invece di vendere? Quando si tratta della gestione dei propri risparmi, sono molti i dubbi che affollano la mente degli investitori.
La nuova direttiva sul mercato degli strumenti finanziari, la MiFID 2, è in cantiere e dovrebbe entrare in vigore nei prossimi anni, una volta formalizzata a livello europeo e recepita a livello nazionale. Negli scorsi giorni però Edouard Carmignac, presidente dell’omonima casa di gestione, ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al vertice di ESMA, l’autorità europea dei mercati e degli strumenti finanziari, scagliandosi contro l’idea che i clienti paghino il distributore di fondi comuni di investimento (la banca o il promotore) solo direttamente e in virtù della consulenza ricevuta, temendo un’espansione della quota di ETF detenuta dai privati.
Spread e tassi di interesse non fanno più paura. Un osservatore distratto potrebbe quindi ritenere che il debito pubblico italiano non rappresenti più un problema. Tuttavia non è per niente così. Detto questo, non serve a nulla essere distruttivi o lamentarsi in maniera acritica, ma è importante invece cogliere l’opportunità offerta da questa finestra di tranquillità sui mercati finanziari per valutare come affrontare la situazione.
Tanto corriamo, facciamo, sudiamo, che il debito pubblico rimane sempre lì. Anzi aumenta. Ogni anno il governo si esprime sull’andamento futuro del rapporto debito/PIL, ma le previsioni vengono continuamente infrante al rialzo, come testimonia il grafico sottostante, in cui sono rappresentate le stime dell’indicatore secondo i diversi Documenti di Economia e Finanza emanati negli ultimi anni.
È possibile investire anche piccole somme? Come investire 1000 euro? Come investire dei risparmi in vista di un progetto? Se non voglio avere l’obbligo di versamenti ricorrenti? Si può investire in fondi comuni direttamente dallo smartphone?
Too big to fail. Banche e istituzioni finanziarie troppo grandi per fallire. Il termine ci è diventato familiare allo scoppio della crisi nel 2008, quando le grandi banche americane sono state additate come uno dei principali responsabili della crisi e della sua propagazione. Da un rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI) scopriamo che le istituzioni troppo grandi per fallire sono ancora un problema e che, in Europa, continuano a espandersi.
La lira turca non è più un porto sicuro! Gli emergenti affossano le borse! I media possono fornire informazioni utili per investire? Se leggo il giornale tutti i giorni, sarò più in grado di capire quello che accade sui mercati? Riuscirò a investire e disinvestire al momento giusto? Probabilmente no.
Buoni Fruttiferi che passione. I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) si confermano una delle scelte preferite dai risparmiatori italiani. Nel 2012 il 5,6% delle famiglie deteneva investimenti in Buoni Fruttiferi Postali, e il valore totale di questi ammontava a 213 miliardi di euro. Questo enorme successo è totalmente spiegato dalle caratteristiche del prodotto oppure c’è anche dell’altro?
Un italiano su tre non ha risparmi accantonati e il 42% non avrebbe risparmi sufficienti a soddisfare il fabbisogno di tre mesi. È quanto risulta dalla recente indagine di ING sul risparmio in diversi paesi europei, che tratteggia la situazione critica provocata dalla contrazione dei redditi degli ultimi anni, da uno Stato che ha avuto un atteggiamento quasi punitivo verso il risparmio, e da un totale analfabetismo finanziario.