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La proposta del governo di innalzare la tassazione sui redditi da investimento, ma solo sul settore privato, preservando invece le rendite su tutti i titoli di Stato, suggerisce l’idea che chi investe nel sistema produttivo sia un ricco speculatore, mentre chi investe in titoli di Stato faccia il bene collettivo. È proprio così?
Sempre meno ricchi. La ricchezza delle famiglie italiane è scesa del 12,7% tra il 2010 e il 2012, ma non per tutti. Questa è, infatti, sempre più concentrata e i dati suggeriscono che il processo potrebbe continuare.
La commissione europea pensa già alle modifiche della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari. La proposta di revisione però si muove sulle linee guida della normativa introdotta già nel 2004. Il settore del risparmio gestito in Italia deve ancora recepire i principi introdotti nel 2004. Non perché manchino le norme, ma forse perché mancano gli incentivi a farlo.
È ufficiale. Con la Legge di Stabilità 2014, votata la vigilia di Natale al Senato, è stata finalmente resa ufficiale la modifica dell’imposta di bollo sugli strumenti finanziari. L’imposta, contro cui Risparmiamocelo si è battuto fin dalla sua nascita, ha così sostanzialmente attenuato il suo carattere regressivo, e non è più lesiva del piccolo risparmio. Vediamo di seguito quali sono le modifiche che sono state apportate e cosa cambia per la vita dei risparmiatori:
Il settore bancario è chiamato ad affrontare sfide cruciali che avranno un impatto enorme sul sistema Italia. L’esigenza di riavvicinarsi al sistema industriale da un lato, fornendo supporto creditizio e consulenza che aiutino davvero le aziende, e dall’altro il tornare a incentivare il risparmio attraverso prodotti semplici e trasparenti e servizi innovativi, richiedono un enorme sforzo al sistema bancario. Non è certo però se questo sia attrezzato per raccogliere la sfida.
Il re è nudo. Mentre inizia a rientrare parte della liquidità prestata dalla Bce al settore bancario europeo dal 2011, le banche italiane sono ancora estremamente dipendenti da questa fonte di finanziamento e l’avvento delle procedure di valutazione dei bilanci potrebbe mettere in luce diverse carenze nella gestione delle stesse. E l’economia rimane a secco.
La disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il 40%. Aumenta al 22% il numero di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano. Da ultimo, la recente ricerca dell’OCSE sulle abilità degli adulti pone gli italiani in fondo alla classifica per abilità letterarie e matematiche. La causa? Un’altra tassa occulta per le famiglie. E il governo come risponde?
Non crediamo nel potere di predire il futuro e non ci aspettiamo quindi che lo faccia il governo. Il continuo balletto delle stime sulla crescita del PIL, fornite dal governo italiano, è però ai limiti dell’inverosimile. Il dato di crescita del PIL reale per il 2013 è stato rivisto al ribasso a -1,7% rispetto al -1,3% precedente. Ci sarà da fidarsi questa volta?
La tua banca è estremamente generosa e ti offre ghiottissimi tassi di interesse sul conto deposito! Con questa promessa, che ha preso piede nel sistema bancario da un paio d’anni, le banche hanno attirato i risparmi di molti italiani, proponendo un prodotto sicuro come un conto corrente ma altamente remunerativo. Ma è davvero possibile? Ovviamente no.
Hai paura dell’inflazione? Ecco l’ennesimo amo che è stato lanciato per attirare i risparmiatori su un prodotto finanziario di una banca. Siamo andati a vedere che cos’è e quali i vantaggi (o gli svantaggi) per il risparmiatore.