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Crolla la quota di giovani che investono in fondi comuni! Nell’ultimo decennio è diminuita di quasi sette punti percentuali la quota di giovani tra i 26 e i 35 anni che investono in fondi comuni mentre è aumentata del 6% quella degli over 75. È quanto emerge dall’ultimo quaderno di ricerca pubblicato da Assogestioni.
Con una pressione fiscale al 44,4% e il debito pubblico in ulteriore crescita al 130% del PIL (come si legge sul Documento di economia e finanza 2013) il Ministro Saccomanni evidenzia la necessità di tagliare la spesa pubblica. Non possiamo che essere d’accordo, ma sarà la volta buona?
Sta per nascere la possibilità di facilitare l’accesso per i risparmiatori ad una molteplicità di fondi comuni riducendo i costi. Borsa Italiana sta infatti lavorando ad un progetto volto a creare un mercato quotato dei fondi comuni. Vediamo perché è importante!
Negli ultimi anni è aumentata esponenzialmente la diffusione di prodotti finanziari complessi a investitori privati in Europa ed in particolare in Italia. È quanto emerge dallo studio pubblicato recentemente dall’ESMA, autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati. Ma chi ci guadagna davvero?
Che le banche ricorrano a mille stratagemmi per “arrotondare” le entrate a nostre spese, è cosa nota. Ma questa volta l’hanno fatta grossa!
Solo pochi giorni fa la Banca D’Italia ha recepito alcune direttive europee in relazione alla trasparenza dei servizi bancari e finanziari. In particolare l’ente ha posto l’accento sul cosiddetto “conto di base”.
Dallo sforzo del governo italiano per rendere più concorrenziale e trasparente il mercato delle polizze RC Auto, oggi pubblichiamo un articolo di Edoardo Loewenthal, presidente e amministratore delegato di 6sicuro.it , che interviene sul tema mettendo in chiaro un aspetto fondamentale: il nostro comportamento di fronte alla scelta di una polizza assicurativa.
A pochi giorni dall’entrata in vigore del controverso aumento dell’IVA dal 21% al 22%, il Governo è riuscito a rinviare tale aumento di tre mesi. Una buona notizia per tutti noi! Anzi: no. Il mancato aumento dell’aliquota IVA, che è solamente rimandato ad ottobre, ha subito messo sul tavolo la questione delle coperture. E indovinate da dove lo Stato prenderà il miliardo di euro che verrà a mancare dai conti pubblici a causa dello slittamento dell’aumento dell’IVA? Dalle nostre tasche, come sempre!
Complicare beni, servizi, prodotti e renderli solo apparentemente più semplici grazie ad ottime “confezioni” di marketing significa innovare? Ovviamente no ma questa, purtroppo, è la norma nel mondo del risparmio e degli investimenti. La novità è che qualcosa si sta muovendo e che abbiamo la possibilità di scegliere.
Agghindarsi costa, ma che il costo consista addirittura in una crisi monetaria è decisamente fuori dal comune. Eppure proprio così è accaduto a metà Seicento con la vicenda dei luigini. Questa moneta, fatta coniare in Francia da Luigi XIV, per motivi imprescrutabili dal 1656 viene usata come ornamento dalle signore ottomane alla moda. Orecchini, braccialetti, collane, tutto va bene purché sia formato da luigini, sempre e soltanto da luigini, tutto il resto non va bene.
E’ sempre così: ogni giorno le radio, la tv e il web ci parlano di un’Italia debole, ridimensionata, impotente. Ci viene descritto un Paese in ginocchio che, tra fallimenti, esodati, e giovani disoccupati, sembra andare alla deriva. È vero. I problemi non mancano e sono ben visibili a tutti. Il Sistema Paese è ingolfato: politica, burocrazia, banche e corruzione mettono in difficoltà anche i più convinti ottimisti.