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"Fondi di investimento e chi guadagna con le commissioni" (non dovute, n.d.r.).
E' il titolo del servizio del Corriere della Sera che ci spiega, grazie al video qui sopra della trasmissione Report, come i fondi di investimento non siano tutti uguali: alcuni possono essere più utili alle tasche di chi li gestisce (SGR) o distribuisce (banche, promotori, ecc.) piuttosto che alle nostre.
Il re è nudo. Mentre inizia a rientrare parte della liquidità prestata dalla Bce al settore bancario europeo dal 2011, le banche italiane sono ancora estremamente dipendenti da questa fonte di finanziamento e l’avvento delle procedure di valutazione dei bilanci potrebbe mettere in luce diverse carenze nella gestione delle stesse. E l’economia rimane a secco.
“Aumenta il rischio di conflitti di interessi con i clienti”. È quanto denuncia CONSOB in merito all’integrazione tra banche e società di gestione del risparmio (SGR) e continua dicendo che “le politiche commerciali delle SGR potrebbero orientarsi all’offerta di fondi che siano appetibili per le reti di vendita anziché volti al soddisfacimento dei bisogni della clientela target”.
“È vero: la disuguaglianza sgretola la società perché la fa marcire al proprio interno.” È quanto scrive il primo ministro Enrico Letta, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, sostenendo che questa “ha effetti devastanti sulla convivenza civile, minando alla base sia la democrazia sia il mercato”. Ma quanto ritroviamo delle parole del premier nell’azione del governo?
“Multinazionali che ogni mese, per mezzo di un loro rappresentante, fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che alla Camera, incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori o onorevoli. Per far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare in commissione o in aula i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga". E le lobby del gioco? “Sì eccome se sono state favorite".
Aumenta l’aliquota dell’imposta di bollo. È una delle novità introdotte dal disegno di legge di stabilità in discussione in queste ore in Parlamento e introduce l’aumento dell’imposta di bollo sulle comunicazioni relative ai prodotti finanziari dal 1,5 al 2 per mille. Il provvedimento fa cassa sui risparmiatori mentre lascia intatto l’impianto confuso, distorsivo e regressivo della materia.
Prendersi cura dei propri risparmi è difficile. Molti preferiscono quindi lasciare i soldi sul conto corrente o acquistano titoli di Stato o obbligazioni che propone loro la banca. Ma qualcuno ha il coraggio di rompere lo status quo. Ne parliamo con Alberto Foà, presidente di AcomeA SGR.
I commenti sulla vicenda del nuovo aumento di capitale necessario per la sopravvivenza di Alitalia e sull'ingresso delle Posta Italiane nell'azionariato sono quasi tutti scettici. Giustamente, il livello di allarme è alto e cerca di mettere in guardia dall'ennesimo, inutile, salvataggio di Stato.
La disoccupazione giovanile in Italia raggiunge il 40%. Aumenta al 22% il numero di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano. Da ultimo, la recente ricerca dell’OCSE sulle abilità degli adulti pone gli italiani in fondo alla classifica per abilità letterarie e matematiche. La causa? Un’altra tassa occulta per le famiglie. E il governo come risponde?
Record per il risparmio gestito: con una raccolta ad agosto di 5,4 miliardi di euro, l’industria arriva a gestire un patrimonio complessivo di 1,270 miliardi, una cifra che non si vedeva dal 2005. Se da un lato il dato è positivo perché ci dice che gli italiani, in media, riescono a risparmiare, viene da chiedersi dove finiscano questi risparmi. Ancora una volta emergono comportamenti irrazionali e dannosi per il risparmiatore, e l’industria ne approfitta per vendere ciò che porta maggiori profitti.