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Ma siamo ricchi o siamo poveri? La ricchezza degli italiani è superiore a quella dei tedeschi ma un italiano su tre è a rischio povertà. Questi messaggi, in apparenza contraddittori, mettono chiaramente in luce le profonde fratture che caratterizzano il paese e che dovrebbero indirizzare l’agenda politica.
Bernard Madoff, autore di una delle più grandi truffe finanziarie di sempre, non ha agito da solo. Mentre la magistratura indaga per stabilire se ci siano state altre persone coinvolte nell'attuazione della truffa, bisogna constatare che tale manovra è stata resa possibile soltanto dalla connivenza di tutto un sistema, di controlli che non hanno funzionato e soprattutto di una cultura finanziaria che ha preferito non porsi problemi scomodi a fronte di importanti guadagni nell'immediato.
L’Italia è più corrotta di Montenegro e Ghana. È quanto emerge dall’indice di percezione della corruzione pubblicato da Transparency International. Un campanello di allarme per tutto il Paese perché la corruzione pesa fortemente sulle nostre tasche e rappresenta un grande ostacolo per le potenzialità di ripresa economica.
Il settore bancario è chiamato ad affrontare sfide cruciali che avranno un impatto enorme sul sistema Italia. L’esigenza di riavvicinarsi al sistema industriale da un lato, fornendo supporto creditizio e consulenza che aiutino davvero le aziende, e dall’altro il tornare a incentivare il risparmio attraverso prodotti semplici e trasparenti e servizi innovativi, richiedono un enorme sforzo al sistema bancario. Non è certo però se questo sia attrezzato per raccogliere la sfida.
Alla Camera si presenta l'ultima occasione per modificare l'imposta di bollo, eliminandone il carattere regressivo e anticostituzionale. Riusciremo a non perdere questa occasione?
La fiducia dei consumatori italiani registra questo mese un aumento rispetto alla rilevazione di ottobre, con l’indicatore ISTAT che raggiunge quota 98,3 dal precedente valore di 97,3. Se il dato non può che essere accolto con piacere, dalla rilevazione emergono però diversi elementi che inducono a cautela: i timori sul futuro rimangono forti e in peggioramento così come la percezione della realtà complessiva del paese. Rimane, al massimo, un amaro ottimismo.
Nella giungla di emendamenti che le forze parlamentari hanno presentato al disegno di legge di stabilità ce n’era uno che potrebbe portare grandi benefici ai risparmiatori correggendo le storture di una legge iniqua e discriminatoria, l’imposta di bollo sui prodotti finanziari. Tale emendamento, il 17.33, ha avuto una battuta d’arresto in commissione bilancio del Senato, dove è stato ritirato. Cosa ha affossato l’emendamento ostacolando questa occasione per liberarci da quegli aspetti dell’imposta che penalizzano il piccolo risparmiatore ed avvantaggia banche e Poste?
Siete in grado di prendervi cura dei vostri risparmi? Sapete valutare le opzioni più adeguate per garantirvi un’entrata periodica quando non lavorerete più? Per cosa scegliete di indebitarvi, e a quali condizioni? In molti paesi, e in Italia in particolare, i cittadini sono impreparati a gestire le proprie finanze. Questo stato di analfabetismo finanziario diffuso ha un forte impatto sia a livello del singolo individuo, sia delle società nel suo complesso. Aspettando una risposta da parte delle istituzioni, i primi artefici del cambiamento dobbiamo essere noi.
Vale la pena indebitarsi? Per una casa? Per un’auto? Per uno smartphone? In Italia è in aumento l’indebitamento delle famiglie, accompagnato da una contrazione dei risparmi. Dietro a questa dinamica non c’è solo la crisi economica, ma anche precise scelte della politica e delle famiglie stesse.
Il Fondo Monetario Internazionale spinge per andare maggiormente verso una Dual Income Tax: tassazione bassa e proporzionale sui redditi da capitale e progressiva sui redditi da lavoro. Questa impostazione presenta però il forte rischio di aumentare le disuguaglianze e l’applicazione “all’italiana” non fa ottenere neanche quelli che sarebbero normalmente i benefici.