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Nei giorni scorsi è stata disposta la soluzione alla crisi di quattro banche italiane, che si trovavano sotto il controllo di Banca d’Italia. Vediamo brevemente cosa prevede il salvataggio, interessante perché avviene sotto la nuova direttiva europea circa la risoluzione delle crisi bancarie. Due riflessioni sull’accaduto riguardano poi il non coinvolgimento (forse) dei contribuenti e le lezioni che si possono trarre da quei risparmiatori che sono rimasti scottati nell’operazione di salvataggio.
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Con l’evoluzione delle economie, la crescita indubbia della loro complessità e le nuove responsabilità dello Stato nell’economia anche i rapporti tra Stato e risparmiatori hanno subito una notevole evoluzione.
Oggi a Milano, nella cornice di Palazzo Mezzanotte si è tenuta un conferenza dal titolo ‘Putting Investors First’ organizzata dalla CFA Society Italy* in collaborazione con Borsa Italiana. L’occasione ha visto riuniti diversi protagonisti del risparmio gestito italiano intenti a discutere dei cambiamenti in atto e delle prospettive future del settore.
Gli Stati Uniti restano gli egemoni del sistema economico e finanziario internazionale nonostante il peso dell’economia statunitense a livello globale stia diminuendo sempre più. In un recente speciale pubblicato dal settimanale ‘The Economist’ si spiega perché questa combinazione di fattore rischia di essere sempre più insostenibile.
Nulla di nuovo sul fronte del risparmio gestito italiano. Purtroppo. La classifica dei fondi comuni più venduti in Italia nei primi 9 mesi dell’anno conferma le peggiori dinamiche che osserviamo da diversi mesi. In cima alla graduatoria troviamo infatti quasi solo fondi a cedola con la finestra di collocamento.
La propensione al risparmio degli italiani è drammaticamente scesa negli ultimi vent’anni. La quota di reddito disponibile risparmiata è passata dal 18,6% del 1995 al 8,7% del 2014. Le ragioni sono molteplici.
Recentemente il settimanale inglese The Economist ha dedicato alla quotazione del gigante delle poste un articolo intitolato “Post apocalypse”, mettendo in luce punti di forza e di debolezza di Poste Italiane. Decisamente, per Poste Italiane, le poste non sono un punto di forza.
La domanda che si pone Jared Diamond nel nuovo progetto è cosa consente di superare le crisi di un individuo e di una comunità. C’è in tutto ciò una lezione per l’Italia?