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Avrai sicuramente sentito parlare di “cigni neri”, termine coniato dall’autore Nassim Nicholas Taleb per descrivere eventi imprevisti o improbabili dalle grosse ripercussioni.
Ma cosa sono allora i cigni grigi? I cigni grigi sono eventi sottovalutati di cui già si è parlato e che se realizzati porterebbero ad impatti più forti del previsto sui mercati. E non è detto che siano per forza negativi.
La banca d’affari giapponese, Nomura, ha previsto 9 cigni grigi che potrebbero sorprendere i mercati finanziari nel 2019:
L’ascesa del populismo è stata una determinante della politica globale degli ultimi anni. L’elezione di Trump negli Stati Uniti, il voto sulla Brexit in Gran Bretagna, la vittoria del Movimento Cinque Stelle in Italia, l’elezione di Jair Bolsonaro in Brasile, la protesta di maglia gialla in Francia sono solo alcuni degli esempi più eclatanti.
Ma come sostiene Nomura “se il populismo non riesce a mantenere la sua promessa di riequilibrare le economie per favorire gli oppressi, allora la sua popolarità potrebbe cominciare a calare”. Nomura cita le fazioni divergenti sulla Brexit e la perdita della Camera da parte dei Repubblicani, come segni che potrebbero far pensare al crepuscolo del populismo. Questo evento potrebbe riservare sorprese positive sui mercati…
La storia recente del prezzo del petrolio vede alternarsi momenti di boom e di crolli sorprendendo anche i più bravi analisti.
Il team Nomura ha affermato che un eventuale rallentamento della crescita economica cinese potrebbe compromettere seriamente la domanda e far scendere pesantemente il prezzo del petrolio, sotto i 30 dollari al barile. In aggiunta a questi fattori ci sono delle tendenze di lungo periodo, come il passaggio a veicoli elettrici e la transizione verso fonti energetiche rinnovabili, che puntano a ridurre la dipendenza dal petrolio.
Il 2019 potrebbe essere un annus horribilis per l’oro nero.
Dopo 10 anni di crescita ininterrotta dei mercati azionari globali, dipingere oggi un crollo non è poi così difficile. Secondo Nomura, il canale che sancirà la fine della festa sui mercati sarà lo stesso che ne ha determinato il suo inizio: la politica monetaria. La Fed sta accelerando l’aumento dei tassi di interesse e riducendo il proprio bilancio, la Banca del Giappone sta frenando massicci acquisti di obbligazioni a sostegno dei mercati e la BCE ha dichiarato la fine del QE. Questo significa minore liquidità sui mercati e aumento della volatilità.
Con l’eccezione di Argentina e Turchia, l’inflazione è ai minimi storici in alcuni grandi paesi emergenti come India, Brasile, Indonesia, Russia e Sud Africa. Guardando al passato, per Nomura si tratta di una situazione abbastanza insolita per questa area del mondo, suggerendo che qualcosa di strutturale sta accadendo.
Il consensus dei mercati vede la valuta cinese (Renmimbi) deprezzarsi rispetto al dollaro nel 2019. Ma il cigno grigio potrebbe portare all’esatto contrario. Se i tassi di interesse in America crescono meno del previsto, “la Cina potrebbe rispondere in modo più energico e preventivo con uno stimolo fiscale”. Un recupero della fiducia sull’economia cinese porterà nuovamente gli investitori esteri a domandare più Renmimbi.
Quasi tutti gli analisti si aspettano che il 2019 sarà un anno difficile per la crescita economica globale, poiché i due motori, Stati Uniti e Cina, stanno rallentando. Ma il consenso a volte può essere sbagliato e l’economia globale potrebbe effettivamente fare bene l’anno prossimo. I cigni grigi potrebbero essere la risoluzione delle guerre commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina e una possibile diminuzione dell’impatto dell’aumento dei prezzi del petrolio sulla spesa dei consumatori.
Come già accaduto in Giappone, anche l’Europa potrebbe trovarsi in mezzo ad una trappola deflazionistica. Nonostante il massiccio stimolo monetario, la BCE non è pienamente riuscita a portare l’inflazione ad un livello target del 2%. L’inflazione è infatti molto più bassa di quanto non sia normalmente in questa fase del ciclo economico. Se la crescita dovesse venire meno nel 2019, i rischi di deflazione aumentano molto più rapidamente di quanto farebbero normalmente.
L’economia degli Stati Uniti potrebbe essere una delle prime a fronteggiare un’inflazione elevata congiunta alla piena occupazione. La crescita economica degli Stati Uniti dovrebbe rallentare nel 2019, ma se ciò non dovesse accadere, le forze di mercato potrebbero creare un picco inflazionistico verso la fine dell’anno. La piena occupazione porta a salari più elevati e all’aumento generale del livello dei prezzi.
Il mercato potrebbe improvvisamente rendersi conto di quanto sia diventato eccessivamente pessimista sull’Italia. L’Italia per decenni ha registrato avanzi primari e negli ultimi anni mostra una bilancia commerciale in surplus. In caso di successo della Manovra, le misure potrebbero fornire lo stesso tipo di crescita economica che i tagli fiscali di Trump hanno provocato negli Stati Uniti. “Proprio come gli investitori hanno sottovalutato la crescita degli Stati Uniti, potrebbero commettere lo stesso errore con l’Italia“….
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