Di mani invisibili il mondo ne conosce principalmente due.
La prima, in ordine cronologico, è la mano invisibile di Adam Smith, padre dell’economia classica, che garantisce e regola in ogni istante il corretto funzionamento del mercato. La seconda, forse più famosa, è la mano invisibile di Diego Armando Maradona, apparsa nel 1986 in occasione dell’ottavo di finale tra Argentina e Inghilterra del Mondiale in Messico.
Che il Campionato Mondiale di calcio sia l’evento sportivo più seguito al mondo, ci sono pochi dubbi.
Ma con la Russiache ha investito oltre 14miliardi di dollari per l’organizzazione dell’ultima Coppa del Mondo, le domande sulla convenienza di ospitare i Mondiali di calcio si fanno sempre più frequenti.
Come la FIFA (l’ente organizzatore dell’evento) sostiene, la Coppa del Mondo ha la capacità di attrarre milioni di spettatori e di generare notevoli benefici socioeconomici per la nazione ospitante.
La crescita del turismo e dei consumi derivanti dalla creazione di nuovi posti di lavoro sono i principali canali attraverso i quali il paese ospitante accresce il suo prodotto interno lordo.
Come vedremo, anche i Mondiali di calcio possono rivelarsi un investimento il cui ritorno economico può deludere le attese.
Il costo dei mondiali di calcio
Il grafico in basso fa vedere la spesa sostenute dai paesi organizzatori della Coppa del Mondo a partire dal 1990.
Prendiamo come esempio i mondiali in Brasile del 2014 e in Sudafrica del 2010.
Il Brasile ha speso la mostruosa cifra di 15 miliardi di dollari per la costruzione di 12 nuovi stadi, centinaia di hotel, aeroporti e altro ancora. La spesa più alta di sempre per l’organizzazione di un mondiale.
“Non abbiamo buone scuole, non abbiamo ospedali funzionanti, ci lamentiamo degli stipendi, abbiamo molti problemi che una Coppa del mondo non può risolvere”, disse ilProf. Elton Fernandes, della Federal University of Rio de Janeiro,in un’intervista rilasciata a Bloomberg nel maggio 2014.
Il più costoso degli stadi, Mane Garrincha, ha avuto un costo di 550 milioni di dollari e oggi viene utilizzato come parcheggio per gli autobus.
Con i mondiali del 2014, il Brasile generò introiti per 2,5 miliardi di dollari, che equivalgono semplicemente all’1% del PIL.
Non è andata certamente meglio al Sudafrica, il primo paese africano ad ospitare una Coppa del Mondo.
Le spese sostenute dallo stato sudafricano per l’organizzazione dei mondiali ammontavano a 3,6 miliardi di dollari. Durante l’evento, 300mila turisti (ne erano previsti 460mila) hanno visitato il paese, spendendo complessivamente 444 milioni di dollari.
A distanza 8 anni dalla competizione, la maggior parte degli stadi costruiti per la Coppa del Mondo assumono le sembianze di cattedrali nel deserto.
Il campionato di calcio per club in Sudafrica ha un’affluenza media di poche migliaia di spettatori per partita e gli impianti registrano perdite di milioni di dollari all’anno a causa delle rilevanti spese di manutenzione.
I mondiali di calcio in Italia
L’ultima e l’unica volta che l’Italia ospitò i Mondiali fu nel lontano 1990.
La spesa complessiva registarta per “Italia ‘90” fu di 7.230 miliardi di lire (più di 6.000 provenienti dalle casse statali), che corrispondono a circa 3,74 miliardi di euro. Più di quanto speso in Sudafrica 20 anni dopo, e vicino alle cifre stanziate per Germania 2006 e Corea-Giappone 2002.
Italia 90 si rivelò un flop a livello economico provocando un ingente salasso per le finanze pubbliche. In media i costi extra-budget per l’ammodernamento e la costruzione degli stadi si aggirarono attorno all’84%. Oggi, la gran parte degli impianti realizzati in occasione dei mondiali del 1990 si trova in condizioni fatiscenti, e alcuni (come lo Stadio Delle Alpi di Torino) sono stati addirittura demoliti.
Quanto vale ospitare un mondiale di calcio?
L’opinione comune crede che un Mondiale di calcio possa essere la panacea di tutti i mali e risollevare da solo le sorti dell’intera economia, ma la realtà dei fatti è ben diversa.
Ospitare la Coppa del mondo ha chiaramente una valenza significativa sul piano sociale e culturale.
Da un punto di vista strettamente economico, invece, il prestigio derivante dall’organizzazione dei Mondiali può portare con sé un prezzo molto alto da pagare.
Infine, vale la pena ricordare che l’organizzazione dei Mondiali garantisce al paese ospitante l’accesso diretto alla competizione. Un particolare non da poco, visti i tempi che corrono in Italia.