Un interessante articolo firmato dal Fondo Monetario Internazionale (IMF), ha presentato i numeri e le principali sfide che ruotano attorno all’universo “fintech”, un termine che identifica la fornitura di prodotti e servizi finanziari attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie.
Dagli smartphone al cloud computing, la tecnologia, infatti, sta rapidamente cambiando ogni aspetto della nostra società, includendo le nostre comunicazioni, le aziende e i governi. Il mondo della finanza non fa certo eccezione.
L’impennata degli investimenti nel fintech
La rivoluzione del fintech è già in atto ed il trend di crescita non accenna ad arrestarsi. Secondo i dati forniti da Pitchbook, dal 2012 al 2016, gli investimenti di venture capital nel fintech sono cresciuti ad un ritmo annuo del 46%, raggiungendo la cifra di 17,4 miliardi di dollari.
Fonte: Pitchbook
La rivoluzione del Fintech si è manifestata sotto diverse forme: dai prestiti peer-to-peer, al crowdfunding, al trading, ai “big data” e alla robotica. Il “fintech” sta già sfidando i tradizionali modelli di business ma, in ogni sua espressione è possibile intravedere storie di successo.
Pensate allo sviluppo del “phone banking” in Kenya e in Cina, che sta portando milioni di persone – in precedenza “non bancabili” – nel sistema finanziario tradizionale. Pensate agli scambi virtuali di valute che permettono ai cittadini in via di sviluppo di trasferire velocemente e in modo economico il loro denaro da una parte all’altra del mondo.
Il fintech accelera, ma le sfide non mancano…
L’adozione su larga scala delle nuove tecnologie, come i sistemi basati su blockchain, offre molti vantaggi potenziali ma crea anche nuove sfide, incluse quelle per la stabilità finanziaria.
Le prime e rilevanti sfide regolamentari sono già emerse. Ad esempio, non è stato ancora definito lo stato giuridico di una criptovaluta (cryptocurrency), come il Bitcoin, o di un token digitale. Inoltre, rimane ancora molto da fare per combattere il fenomeno del riciclaggio di denaro e del finanziamento a organizzazioni terroristiche, individuando il modo migliore per controllare i trasferimenti di valuta virtuali tra persone giuridiche.
Un altro rischio a medio-lungo termine, è il potenziale impatto sulla stabilità finanziaria causato dall’entrata nel mercato di nuovi attori che forniscono servizi.
Infine, il fintech può causare considerevoli implicazioni macroeconomiche che devono essere opportunamente comprese ed affrontate al fine di sviluppare politiche mirate all’inclusione dei paesi a basso reddito in questo mondo in rapida evoluzione.
I quesiti sul fintech si fanno sempre più pressanti ma una risposta positiva c’è già…
- Le nuove tecnologie, spesso guidate da algoritmi, saranno soggette allo stesso tipo di regolamentazione utilizzata in passato oppure sarà necessario implementare nuovi approcci normativi?
- Il fintech trasformerà totalmente la fisionomia del mondo finanziario? Cosa ne sarà dei tradizionali servizi finanziari?
- L’intelligenza artificiale ridurrà il bisogno di avvalersi di professionisti qualificati? E se così, siamo certi che i robo-advisor forniranno una migliore consulenza finanziaria agli investitori?
La verità è che non siamo ancora in grado di comprendere l’impatto definitivo del fintech. Considerevoli investimenti si stanno muovendo in questa direzione, ma la maggior parte delle sue sfaccettature devono ancora essere testate nel mondo reale.
Nel frattempo, è comunque innegabile che il fintech abbia già notevolmente semplificato l’accesso al mondo della finanza da parte degli investitori retail.
Un esempio è dato da un’app nata per soddisfare le esigenze del micro-risparmio. Con un semplice click dal proprio smartphone, infatti, Gimme5 permette di iniziare a risparmiare e investire in totale libertà a partire da soli 5 euro. Grazie a Gimme5 è possibile scoprire che i nostri obiettivi di risparmio possono essere raggiunti anche a piccoli passi.