Entro il 2020 spariranno oltre 7 milioni di posti di lavoro, questo soprattutto a causa dell’impatto sul mercato del lavoro della Quarta Rivoluzione Industriale e dei cambiamenti socio-economici e demografici in atto. Inoltre, sebbene le nuove tecnologie e la trasformazione dell’economia creeranno nuove opportunità, i nuovi posti saranno solamente 2 milioni. E’ quanto è emerso nel corso del World Economic Forum, conclusosi qualche giorno fa a Davos.
Secondo la ricerca dal titolo ”The Future of Jobs”, il saldo sarà quindi negativo: 5 milioni di posti di lavoro in meno, almeno per quanto riguarda il campione analizzato che copre 15 economie circa il 65% della forza lavoro totale.
Ma questa perdita non sarà equamente distribuita dal punto di vista geografico, solo cinque paesi su quindici avranno un saldo netto positivo. In Italia, ad esempio, il rapporto stima che a fronte di 200.000 posti che verranno meno se ne creeranno altrettanti, con un saldo netto nullo. Diversa la sorte di altre grandi economie europee: in Germania il saldo netto sarà negativo. Mentre per ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico), Messico, Gran Bretagna, Stati Uniti e Turchia le nuove tecnologie creeranno nuove opportunità e nuovi posti di lavoro. Una grande spinta al cambiamento arriverà dalle economie emergenti con i giovani e la classe media in forte crescita.
Le parole chiave per affrontare questa rivoluzione del mercato del lavoro saranno competenze e flessibilità. Come si vede dall’infografica le aree che creeranno le maggiori opportunità saranno l’informatica, la matematica, l’ingegneria e l’architettura.