100 euro tra un anno non sono uguali a 100 euro oggi. Nel corso del tempo, il livello dei prezzi tende a salire e con esso si riduce la quantità di beni e servizi che gli stessi 100 euro possono comprare. Questo fenomeno è detto inflazione. Vediamo cos’è e con quali accorgimenti puoi non farti cogliere impreparato.
Una recente indagine dell’OCSE, nell’ambito della misurazione dell’educazione finanziaria degli italiani, ha chiesto a posto a un campione di intervistati la seguente domanda: “Immaginate che il tasso di interesse sui vostri risparmi sia dell’1% annuo e l’inflazione corrente al 2%. Dopo un anno, con quei risparmi investiti, sarete in grado di comperare più o meno beni di oggi?”. Prenditi un attimo…
Se la tua risposta è, senza alcun dubbio, “meno di oggi”, puoi tranquillamente passare al prossimo paragrafo. In caso contrario, potresti essere tra quel 40% degli italiani che non ha dimestichezza con il concetto di inflazione. L’inflazione è definita come l’aumento continuo e generalizzato dei prezzi di beni e servizi destinati al consumo della famiglia. Per misurare l’inflazione, l’ISTAT segue l’andamento dei prezzi di quei beni e servizi che mediamente rappresentano le voci di spesa di una famiglia, il cosiddetto paniere dei prezzi al consumo. Il tasso di inflazione rappresenta la velocità a cui i prezzi aumentano, rispetto all’anno precedente. Ecco come si è mosso il tasso di inflazione in Italia negli ultimi 15 anni.
La situazione normale, è quella di un tasso di inflazione moderatamente positivo. A livello macroeconomico, un’inflazione moderatamente positiva è associata a un’economia sana. L’obiettivo di inflazione della Banca Centrale Europa è, infatti, vicino ma inferiore al 2%. A livello però del singolo cittadino e nucleo familiare, l’inflazione, per quanto contenuta, è un fattore da tenere in considerazione perché ha effetti rilevanti sulla vita di tutti i giorni e impatta su molte scelte che facciamo nella gestione dei risparmi.
Tocchiamo con mano l’effetto dell’inflazione ogni volta che al supermercato, o guardando la bolletta del gas, ci stupiamo di quanto meno spendessimo qualche anno fa. Più difficile è però accorgersi dell’impatto dell’inflazione sui risparmi. Immagina di tenere 1.000 euro in contanti in casa (perché non si sa mai). L’anno prossimo, i tuoi 1.000 euro saranno sempre 1.000, ma il tuo potere d’acquisto potrebbe non essere lo stesso. Ipotizzando un tasso di inflazione del 2%, l’anno prossimo i 1.000 euro potranno comperare l’equivalente di 980 euro oggi. 20 euro sono stati erosi dall’aumento dei prezzi.
Come proteggersi dall’inflazione?
Ogni risparmiatore può tutelarsi. È innanzitutto importante tenere a mente una cosa: i soldi sotto il materasso, nel porcellino salvadanaio e sul conto corrente, sono a rischio di essere intaccati nel tempo dall’inflazione. A meno che non ci sia un tasso di inflazione negativo persistente, tutti questi parcheggi per il denaro non tutelano il tuo potere d’acquisto. Nel tempo infatti diminuisce la quantità di beni che puoi acquistare con quei soldi.
Il porcellino offre un rendimento uguale a zero. Questo è vero se parliamo di rendimento nominale (i 1.000 euro rimangono 1.000). Il rendimento reale sarà però negativo, perché per effetto dell’inflazione con i 1.000 euro di domani posso comprare meno beni di quelli acquistabili oggi. L’obiettivo minimo di una strategia di risparmio e investimento dovrebbe essere quella di un rendimento reale uguale a zero, ossia quel rendimento che mantiene invariato il tuo potere d’acquisto. Dal momento che, scegliendo di risparmiare e investire, stai accumulando risorse per consumarle in un futuro, vuoi almeno poter comprare tanti beni, quanti quelli che potresti acquistare oggi.
Se investi i 1.000 euro e ottieni un rendimento del 2%, in un contesto in cui l’inflazione cresce del 2%, a fine anno avrai 1020 euro, e con questi soldi potrai acquistare esattamente la stessa quantità di beni e servizi acquistabili l’anno prima con 1.000 euro. Bicchiere mezzo pieno, non hai perso potere d’acquisto. Bicchiere mezzo vuoto, il rendimento del 2% sul tuo investimento è stato eroso dall’inflazione.
Investire i risparmi in un portafoglio diversificato, tra azioni e obbligazioni, è una soluzione a portata di ogni risparmiatore per mettere i propri risparmi al riparo dall’inflazione. Numeri alla mano, nel medio periodo i mercati finanziari hanno rappresentato un ottimo strumento per far fronte all’aumento dei prezzi. In anni recenti, la febbre da investimento sicuro, ha portato sul mercato un gran numero di prodotti a capitale garantito, dove però, soprattutto sulle brevi scadenze, il rendimento offerto è inferiore all’inflazione corrente. Il risultato è che oltre al capitale è garantito un rendimento reale negativo, ossia una perdita di potere d’acquisto. Valuta sempre il rendimento di un investimento in termini reali.