Il Fondo monetario internazionale è sicuramente tra le istituzioni che stanno meno simpatiche, e la crisi del debito in Europa ha ulteriormente incrinato la fiducia verso questo organo.
Critiche all’azione del fondo arrivano da diverse voci, soprattutto in merito alle politiche imposte ai paesi emergenti a fronte dei prestiti concessi. Anche nell’ambito della crisi del debito europea il fondo ha inizialmente incoraggiato politiche di riduzione del deficit pubblico, cosiddette politiche di austerità, che, è ormai opinione condivisa, hanno aggravato la difficile situazione economica in alcuni paesi, sicuramente in Italia.
È legittimo dunque criticare il fondo monetario ma per farlo è importante capire anche perché ci serve un organismo di coordinamento delle politiche monetarie e fiscali. Nel 1944, nel mezzo della seconda guerra mondiale, i rappresentanti di 44 paesi si riunirono a Bretton Woods per creare un sistema monetario stabile che favorisse il benessere collettivo e lo sviluppo del commercio e degli investimenti.
In tanti oggi invocano la necessità di una nuova Bretton Woods. Le esigenze sentite sono diverse, quali evitare politiche nazionali, fiscali e monetarie, che arrechino danno agli altri paesi, introdurre meccanismi di correzione degli squilibri commerciali o ridiscutere il peso dei singoli stati in un mondo che è profondamente cambiato negli scorsi decenni.
Capire come è stata disegnata, settant’anni fa, un’istituzione come il fondo monetario internazionale e perché ci aiuta a decidere come scrivere il nostro futuro.
L’incontro di Bretton Woods è stato al centro dei una serata a teatro con l’attrice Paola Bonaiuto e l’economista Paolo Manasse. Guarda gli highlight dello spettacolo e accedi ai video integrali.
