La parabola di John Law è una storia vecchia di 300 anni, che parla di una crisi, finanziaria prima e sociale poi. E’ una vicenda del passato da cui trarre insegnamenti per non ripetere gli stessi errori e meglio orientarsi nel presente.
Una storia di un uomo che per un periodo fu considerato geniale ma che poi morì esule a Venezia, una storia incentrata sull’innovazione finanziaria e su una crisi che portò quasi al default la Francia. Ascoltando questa storia ci chiediamo cosa abbia funzionato e cosa invece no. Come mai l’esperienza e le competenze di Law si sono tradotti in una crisi enorme?
L’accumulo di esperienza non deve trasformarsi nell’illusione di poter applicare in modo meccanicistico regole, anche se si sono dimostrate valide in passato.
L’economia non è una scienza esatta, bensì una scienza sociale. Al centro c’è l’uomo e il suo comportamento, non sempre razionale. Non c’è mai una relazione tra due variabili, ma più fattori che interagiscono con intensità e direzioni non sempre uniformi. Proprio per questo motivo, per evitare di commettere gli errori del passato, l’esperienza e le competenze professionali vanno applicate adattando le conoscenze alle nuove condizioni, tenendo conto del passato ma cercando di esaminare i dati con oggettività. Fortunatamente abbiamo degli aiuti interpretativi:
- I prezzi si muovono in due sole direzioni e non infinite
- I comportamenti umani hanno caratteristiche sistematiche, anche nelle pulsioni emotive
Proprio i comportamenti umani sono la base dello scoppio delle bolle finanziarie, come quella del Mississippi nella Francia di Filippo d’Orleans. I tre protagonisti della storia: John Law, gli investitori e lo Stato francese hanno tutti avuto traiettorie diverse, ma vissuto destini paralleli. Il finanziere, uomo geniale mosso da un obiettivo legittimo, si è lasciato travolgere dalla presunzione e dall’arroganza. Lo Stato francese ha dapprima guadagnato credibilità e creato un improvviso ‘’effetto ricchezza’’, avvicinandosi alla soluzione del problema dell’indebitamento eccessivo, per poi trasmettere insicurezza e sfiducia, arrivando perfino a tagliare per legge il valore dei crediti vantati dai portatori dei titoli di Stato. Dal canto loro, gli investitori parigini passati dalla ricchezza alla vessazione, dalla fiducia alla sfiducia, dall’euforia della novità finanziaria al terrore e alla disperazione sfociata nella crisi sociale, hanno messo in pratica lo schema di avidità e paura alla base del gonfiamento e dello scoppio delle bolle finanziarie.
L’esaltazione collettiva, lo spirito competitivo, l’invidia, la rassicurazione del gruppo sono tutti aspetti che alimentano l’avidità dell’animo umano. E in finanza fanno compiere le scelte sbagliate.
I parigini avevano dimenticato su cosa poggiava il valore delle azioni della Compagnia delle Indie, per non commettere lo stesso errore dobbiamo ricordarci sempre che: il prezzo è un concetto assoluto, mentre il valore è un concetto relativo. Per cui, dato che le pulsioni umane sono uguali per tutti, nelle nostre decisioni di investimento dobbiamo considerare più variabili rispetto a quella che in un certo momento appare dominante.
I pettegolezzi su cui si basavano le oscillazioni delle azioni della Compagnia delle Indie Occidentali altro non sono che i rumors che oggi si susseguono e che amplificano la volatilità dei prezzi di mercato. La volatilità è per molti investitori è motivo di grande apprensione, tanto da mettere spesso in dubbio la strategia di investimento applicata. Ma cosa si intende per volatilità? Perché è importante capire che la volatilità è inevitabile e quindi è fondamentale comprenderla e saperla gestire?
La volatilità è la misura della variabilità dei prezzi di un titolo negoziato (un’azione, un indice o un tasso di cambio). Indica l’incertezza circa i futuri movimenti del prezzo di un bene o di un’attività finanziaria. La volatilità, intrinseca nei mercati, sembra incorporare un elemento di negatività, ma in realtà i mercati finanziari, siano essi azionari o obbligazionari, svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e, per il tramite di questo, nell’innalzamento del livello di benessere delle nazioni. Come?
L’oscillazione dei prezzi, permette una riallocazione continua delle risorse, mediante un meccanismo efficiente nel quale saldi attivi improduttivi vengono messi a disposizione di chi ne necessita per progetti economici produttivi, venendo così allocati in iniziative selezionate. Si vengono dunque a creare risorse per nuovi progetti.
Per imparare ad affrontare la volatilità è fondamentale capire come essa si genera. I mercati finanziari sono un potente meccanismo di sconto delle aspettative circa la capacità delle imprese di generare profitti o sulla solvibilità dei creditori e il costo del credito. Questi sono perciò alla costante ricerca del cosiddetto ‘fair value’ (valore corretto) e nel fare ciò oscillano continuamente in modo più o meno ampio intorno a quell’ipotetico valore. In generale, il rischio per gli investitori di incorrere in perdite finanziarie è tanto più elevato quanto meno si capisce. Allora quando siamo in procinto di fare un investimento è utile chiedersi:
- Cosa stiamo comprando/vendendo?
- Perché stiamo comprando/vendendo?
Quando invece vediamo un titolo che sale o scende consistentemente in un breve lasso di tempo, è importante porsi la giusta domanda per non farsi sopraffare dalla paura:
- Quali sono le cause di oscillazione dei prezzi?
- Il valore dell’impresa sottostante è effettivamente cambiato in maniera così repentina e, nel caso, perché è accaduto?
Per porsi le giuste domande è fondamentale conoscere. La finanza non è una scienza astratta come pensiamo o vogliono far crederci. Il compito degli operatori del settore è quello di semplificare e spiegare, mentre quello degli investitori è di rimboccarsi le maniche e capire come non subire la finanza ma sfruttarla.
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