“Guadagni immediati”! “Rapido, facile e redditizio”! “Ottieni fino al 71%”! A fare un giro per il web sembra che garantirsi di che vivere non sia più un problema. Anzi, esiste uno strumento per diventare ricchissimi in pochi giorni, pochi minuti addirittura. Come non averci pensato prima?
Il marketing del trading online ci tempesta di messaggi allettanti, del tipo: “Facile e remunerativo”, “Opzioni binarie: offrono alti ricavi, facile da imparare, facile da usare”, “Fare soldi con le opzioni binarie”. E ancora, “Leva fino a 200”, “Con il forex trading non direzionale guadagnerai dal mercato in qualsiasi condizione, con qualunque direzione del prezzo”.
La banale massima del “troppo bello per essere vero”, dovrebbe bastare a tenere i più alla larga dalle offerte, tuttavia, il trading online sta vivendo anche in Italia una diffusione sempre crescente e quindi il fenomeno merita attenzione. Il grafico mostra l’andamento delle ricerche su Google dall’Italia del termine “trading online” in blu e “opzioni binarie” in rosso. Vediamo come le ricerche per trading online siano crollate dal picco del 2007 ma abbiano registrato dal 2011 un lento e costante incremento. Per quanto riguarda invece le opzioni binarie, queste fanno la loro comparsa tra le ricerche degli italiani dal 2011 e vedono un consistente incremento dell’interesse negli anni successivi.
Per trading online si intende genericamente la possibilità di acquistare e vendere prodotti finanziari online in autonomia da piattaforme web dedicate o attraverso servizi offerti direttamente dalle banche. Oltre alla compravendita di azioni, obbligazioni, titoli di Stato, le piattaforme di trading online fanno un ampio ricorso a strumenti più complessi. Tra i prodotti maggiormente pubblicizzati troviamo le opzioni binarie. Queste sono contratti che offrono un elevato rendimento prefissato se, in un certo intervallo di tempo, il titolo (sia questo un’azione, un’obbligazione, ma anche una valuta o una materia prima) si muove nella direzione immaginata. In caso contrario invece si subisce una forte perdita sul capitale investito (anche nell’ordine dell’80/90%!). Un altro strumento diffuso sulle piattaforme di trading sono i CFD (Contratti per Differenza), che permettono l’esposizione a un determinato titolo senza doverlo acquistare, ma guadagnando comunque se il prezzo evolve nella direzione sperata. Una costante di molti di questi strumenti è il ricorso a un’elevata leva finanziaria, che permette di esporsi per importi elevati investendo di tasca propria solo una piccola frazione del totale. Il risultato è che in caso di guadagni questi sono moltiplicati, ma simmetricamente, in caso di perdite, queste saranno ugualmente moltiplicate. Un’altra caratteristica diffusa nel trading online è l’obiettivo di guadagno di breve e brevissimo termine (qualche giorno o anche qualche ora o minuto).
La possibilità di investire online è di per sé uno strumento valido per prendersi cura dei propri investimenti in autonomia, riducendo i costi di intermediazione e beneficiando dell’immediatezza d’uso offerta dall’accesso da computer e smartphone. Emerge però chiaramente che molti dei prodotti negoziati e soprattutto le strategie di marketing adottate mirano ad attirare clienti con la falsa promessa del guadagno facile e immediato. Che differenza c’è tra una puntata sulla roulette, in cui sul rosso raddoppi e sul nero perdi tutto, e un investimento in cui (quasi) raddoppi se nei prossimi cinque minuti il prezzo dell’oro sale e viceversa perdi (quasi) tutto?
Vengono meno le più elementari basi dell’investimento finanziario, prima fra tutte la relazione positiva che intercorre tra rischio e rendimento. A rendimenti potenziali enormi (raddoppio del proprio capitale in pochi minuti) corrispondono sempre rischi enormi, che si voglia vederli oppure no. Sembra difficile saper valutare i rischi di un titolo che spesso si conosce a malapena. Cruciale è anche il fattore temporale: neanche il più esperto operatore di mercato è in grado di indicare (con probabilità superiore al 50%) l’andamento di un titolo in un intervallo di pochi minuti. Il risultato di questo diffuso analfabetismo finanziario si legge in maniera evidente nel grafico sopra, chiedendosi come mai nel 2007 il trading online ha subito una forte battuta d’arresto nell’interesse esercitato? Forse che in molti si sono trovati coinvolti nel crollo dei mercati, presi in quel gioco d’azzardo che chiamavano investimento?
Tra i milioni di trader che ogni giorno scambiano azioni, opzioni binarie, CFD, o investono su valute e materie prime, alcuni saranno investitori preparati e competenti che seguono in prima persona i propri investimenti, con metodo e risultati (forse) positivi. Ve ne saranno però anche molti che si approcciano a questo mondo attratti dai guadagni vertiginosi millantati nei messaggi pubblicitari, e alla ricerca di adrenalina e autocompiacimento e si ritrovano invece a perdere una parte sostanziosa del capitale investito, l’intero o addirittura più di quanto investito (magie della leva). In questo contesto dominato quindi dal caso gli unici che ci guadagnano sicuramente sono i market maker, ovvero tutte quelle strutture che mettono a disposizione il servizio, guadagnando commissioni su ogni operazione effettuata, così come tutti quegli esperti, o sedicenti tali, che vendono i propri segreti per fare un mucchio di soldi in pochissimo tempo.
Risparmiamocelo!