Vuoi acquistare un frigorifero ma non hai liquidità al momento? Non preoccuparti, lo paghi in comode rate, basta strisciare la tua carta! Vuoi un vestito? In comode rate! Vuoi un cellulare? In comode rate anche quello! Le carte di credito revolving, sempre più diffuse, facilitano l’accesso al credito personale, ma a costi elevatissimi! Siamo sicuri che ci convengano?
Una recente nota dell’associazione dei consumatori europei punta il dito contro la diffusione delle carte di credito revolving, e le sconsiglia in quanto estremamente costose e poco trasparenti. Vediamo un po’ cosa sono e come funzionano.
Con la carta di credito revolving la banca apre al cliente una linea di credito permanente per un massimale prestabilito che varia tra i 1000 e 4000 euro circa. Il cliente può quindi spendere liberamente entro quella cifra e ripagare il prestito in rate mensili. Si tratta di una grande comodità, come enfatizzato in tutti i messaggi pubblicitari, perché rende accessibili una serie di spese che non lo sarebbero sul momento, ma invece diluite sull’arco di diversi mesi pesano di meno sul nostro portafoglio! Ma ne siamo proprio sicuri?
Andando a leggere i prospetti informativi delle carte revolving si rimane subito impressionati dai tassi di interesse applicati sul prestito! Il tasso medio annuo effettivo applicato è del 17,04% sugli importi inferiori ai 5000 euro, con picchi ancora più vertiginosi come la carta Aura di Findomestic, che applica un tasso del 24,7% o America Express carta Explora 23,36%. Siamo molto vicini alla tasso soglia oltre il quale Banca d’Italia individua l’usura, pari al 25,04%. Inoltre, se il cliente risulta scoperto il giorno del pagamento della rata sono applicate sanzioni molto pesanti.
Facciamo due conti in tasca ad un ipotetico consumatore che decide di fare un acquisto da 1000 euro con la sua carta revolving. Per il debito contratto di 1000 euro lui avrà ripagato alla fine del periodo di rateizzazione (ipotizzato di dodici mesi) il prestito, più gli interessi per 170 euro o più (fino ai 247 nel caso di carta Aura).
Dalle analisi di Banca d’Italia emerge che le carte revolving sono in assoluto la modalità di credito personale con i tassi di interesse più elevati. Il cliente/consumatore paga infatti la facilità di ottenere la carta (spesso direttamente in un centro commerciale) e la semplicità di utilizzo. La facilità con cui la carta è concessa non è necessariamente una qualità, anzi, è uno dei principali motivi dei costi così alti. Essendoci pochi controlli sull’affidabilità del debitore la banca si ripara dalla probabilità di avere un alto numero di crediti non ripagati, caricando interessi altissimi sui clienti solventi.
Questa modalità di pagamento è quindi estremamente dannosa per il nostro portafoglio e la sua diffusione potrebbe avere effetti devastanti sulla struttura dell’economia nazionale. Gli italiani sono infatti tradizionalmente un popolo con un’alta propensione al risparmio e un basso livello di indebitamento delle famiglie. Come osserviamo dal grafico sottostante questo livello è tuttavia cresciuto molto velocemente negli ultimi anni e in controtendenza rispetto ad altri Stati.
È evidente che le banche abbiano enormi guadagni dalla diffusione di questi prodotti, così come il mercato dei beni di consumo, che viene reso accessibile a un numero maggiore di persone. Tuttavia i costi spropositati che stiamo pagando per il servizio e la tragica esperienza di altri paesi (gli Stati Uniti in primis) dovrebbe suggerirci di fare a meno del credito ‘facile’ ma costosissimo e spingerci a valutare con cura quali spese sono importanti, quali rinviabili, quali superflue.