Dopo una campagna elettorale incentrata sull’importanza della trasparenza, arriva l’ultimo provvedimento del Governo Monti sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Mentre il pubblico è sotto scrutinio, il settore privato, in particolare la finanza, rischia ancora di farla franca. Ma tutti noi, con un approccio più conscio al consumo ed al risparmio, possiamo migliorarlo.
Nella Repubblica di Platone (390 a.C.) è naturalmente ridicolo che un custode debba essere custodito. Nella Repubblica Italiana (2013 d.C.) è naturalmente necessario emanare un decreto legislativo che permetta ai cittadini di controllare l’operato delle pubbliche amministrazioni. Finalmente il D.Lgs 33/2013spinge le amministrazioni a svelare i loro “segreti” (costi, appalti, nomine) e a sottoporsi allo scrutinio del pubblico.
L’OCSE – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – ha più volte sottolineato l’importanza della trasparenza e responsabilizzazione per favorire l’efficienza, contrastare la corruzione e ridurre la vulnerabilità al crimine organizzato e soprattutto gli sprechi. Il Fondo Monetario internazionale ha pubblicato più di un anno fa una relazione sull’importanza della trasparenza dei Conti Pubblici, tema particolarmente attuale e urgente visti i casi di conti truccati che hanno condotto alla ristrutturazione del debito greco ed alla crisi dell’Euro.
Per Diritto di Sapere, associazione che promuove l’accesso all’informazione indica nel suo studio “The Silent State”, che, in tre casi su quattro, i cittadini ed i giornalisti che chiedono di conoscere dati di pubblico interesse su spesa pubblica, sanità, ambiente e giustizia non ottengono quello che richiedono – spesso perché i dati non sono facilmente reperibili o accessibili.
Le informazioni disponibili sul sito della Ragioneria Generale dello Stato, pur essendo abbastanza vaste, sono molto spesso difficili da utilizzare e soprattutto da comprendere dai comuni cittadini, che come contribuenti avrebbero però tutto il diritto di comprendere come vengono spesi i soldi che versano all’Erario.
A livello mondiale l’Italia è ancora molto indietro. Secondo la International BudgetPartnership, un’organizzazione internazionale che si occupa della trasparenza dei Bilanci degli Stati a livello Mondiale l’Italia è tra gli Stati con un livello medio basso di trasparenza: un punteggio di 60, dopo Brasile, Slovacchia, Uganda, Messico ….
Pur con queste premesse, ed anche grazie al nuovo decreto legge che prevede sanzioni pesanti per mancanza di trasparenza, i risultati nel settore pubblico non dovrebbero tardare. Il settore privato, invece, rischia di rimanere indietro, in particolare in alcuni settori, come quello della finanza.
Scegliendo, nel nostro quotidiano, la trasparenza, delle pubbliche amministrazioni e delle società con le quali dobbiamo o vogliamo avere a che fare, possiamo promuovere un circolo virtuoso. Quando i costi o le conseguenze non sono chiare, non rinunciamo all’opportunità di chiedere spiegazioni – d’altra parte, se non c’è niente da nascondere, non ci saranno negate.
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