Ogni giorno ci troviamo davanti a situazioni che hanno a che fare con i nostri soldi: scegliere se consumare oggi o domani, richiedere un prestito o un mutuo, pianificare il proprio futuro previdenziale.
Eppure, numerosi studi e ricerche sul tema dell’educazione finanziaria hanno dimostrato che la maggior parte dei risparmiatori italiani non è in grado di comprendere concetti o prodotti finanziari di base.
Il livello di educazione finanziaria nel nostro paese è molto basso, con valori paragonabili a quelli delle economie in via di sviluppo. L’Italia è penultima in Europa, davanti solo al Portogallo, per tasso di adulti in possesso di conoscenze finanziarie di base (37%). Il confronto si aggrava se si guarda ai paesi del G-20, quali ad esempio Germania (66%) o Canada (68%).
Per i risparmiatori italiani quindi è più difficile effettuare scelte informate e intraprendere azioni efficaci per migliorare il proprio benessere finanziario.
Il costo o l’impatto dell’analfabetismo finanziario può essere visto da diversi punti di vista.
Abbiamo individuato almeno 7 motivi per cui una bassa educazione finanziaria mette a rischio i tuoi soldi.
1) Perdere opportunità di risparmio e investimento
Non comprendere il significato di concetti di base come inflazione e tasso di interesse ti fa mancare importanti opportunità di risparmio e investimento. I risparmiatori italiani sono soliti tenere la liquidità sul conto corrente (o sotto il materasso per intenderci). Questa “non scelta” si paga a caro prezzo a causa degli effetti deleteri dell’inflazione e del costo-opportunità di un investimento più redditizio.
2) Aumentare le possibilità di andare in bancarotta
Non avere una buona alfabetizzazione finanziaria porta le persone ad indebitarsi di più e in un modo non sostenibile. Ne è un esempio la bolla dei mutui subprime, scoppiata negli Stati Uniti nel 2008, quando un elevatissimo numero di famiglie dichiarò fallimento sui mutui immobiliari che erano stati facilmente concessi dalle banche poco tempo prima.
Oltre a questo, c’è il rischio di imboccare il tunnel del gioco d’azzardo, una patologia che ogni anno fa perdere 96 miliardi di euro agli italiani, senza contare gli annessi costi sociali.
3) Ignorare l’esistenza di strumenti finanziari tax-free
Essere poco informati sulle ultime novità del mondo dei risparmi ti porta ad ignorare l’esistenza strumenti finanziari che offrono interessanti vantaggi fiscali.
Uno di questi prende il nome di piano individuale di risparmio (PIR), che consente di non pagare le tasse sui rendimenti finanziari rispettando una serie di vincoli, come spieghiamo bene qui.
4) Pagare di più per prodotti e servizi finanziari
È meglio un tasso fisso o variabile? Non conoscere i vantaggi o gli svantaggi dei tassi di interesse fissi e variabili comporta il rischio di contrarre prestiti a tassi meno vantaggiosi rispetto alla media del mercato.
Allo stesso modo, non comprendere le componenti di costo di prodotti come le assicurazioni o i fondi comuni porta il risparmiatore a sottoscrivere strumenti finanziari poco efficienti e dannosi.
Spesso infatti gli intermediari, prendendo atto del basso livello di conoscenze generali dei risparmiatori, traggono beneficio dall’aumento dei costi dei prodotti finanziari.
5) Incapacità di affrontare recessioni economiche e imprevisti
Una carente educazione finanziaria espone le persone ad un maggior rischio di impoverimento durante gli imprevisti della vita o le fasi di recessione economica (Klapper e Lusardi, 2013). Per contro, chi ha una buona educazione finanziaria possiede un’assicurazione o un fondo risparmio dal quale attingere nei momenti del bisogno.
6) Non riuscire a pianificare obiettivi di risparmio
Risparmiare per obiettivi aiuta l’investitore a mettere da parte i soldi in modo più efficiente. Numerosi studi condotti sul tema dimostrano che la maggior parte dei risultati negativi in tema di investimenti sono connessi ad una mancanza di chiarezza e concretezza nel fissare gli obiettivi di risparmio.
7) Procrastinare il risparmio per la pensione
Non avere ben chiaro il concetto di tasso di interesse composto conduce l’investitore a procrastinare il risparmio nel futuro. Niente di più sbagliato quando si tratta di risparmiare per la pensione. Iniziando prima infatti il risparmiatore ha più possibilità di far crescere nel tempo il suo capitale, proprio grazie alla forza dell’interesse composto.
Ad esempio, come abbiamo dimostrato in un articolo precedente, basta investire 100 euro al mese dall’età di 20 anni per avere una rendita integrativa da 2500 euro al mese in età pensionabile.
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