Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
“La Grecia potrebbe essere il canarino nella miniera di carbone, ma l’Italia è l’elefante nella stanza.” Così il Wall Street Journal dipinge la crisi europea, quando gli occhi di tutti sono puntati su Atene, ignorando il principale nervo scoperto, l’Italia.
Si è finalmente concluso il teatrino burocratico che ha coinvolto Banca d’Italia e poi il Parlamento per la definizione e approvazione degli ultimi tasselli normativi necessari per permettere ai risparmiatori di negoziare i fondi comuni italiani in Borsa.
Se pensiamo che il poter disporre un bonifico dall’home banking anziché farlo allo sportello costituisca una grande rivoluzione in tema di finanza e gestione del denaro, è perché non abbiamo idea di cosa stia accadendo altrove. Guardando agli Stati Uniti appare chiaro che la guerra in corso, che cambierà fortemente la strutture del mercato e imporrà un cambio del modello del business, riguarda i sistemi di pagamento mobili. Riportiamo qui un articolo di Business Insider, che racconta un mondo molto più vicino di quanto pensiamo.
Da anni il Salone del risparmio, nella prestigiosa cornice dell’Università Bocconi e sotto l’Alto Patrocinato del Presidente della Repubblica, vede la presenza di tutte o quasi le realtà aziendali attive nel settore del risparmio gestito, e si prefigge di parlare a operatori e risparmiatori dei temi più rilevanti per lo sviluppo del settore.
‘’Vogliamo costruire un’economia basata sui risparmi, non sul debito”. Sarebbe bello se queste parole fossero state dette da un politico italiano, magari dal nostro primo ministro. Purtroppo però per trovare l’autore bisogna guardare aldilà della Manica, scoprendo che a pronunciare questa promessa è uno dei principali esponenti del partito conservatore britannico, storicamente associato alla classe più abbiente, il partito dei Tories. Il personaggio in questione è George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere del governo inglese (il nostro Ministro delle Finanze) e portabandiera delle politiche di austerità condotte nel paese sotto la guida del governo Cameron.
Investendo non puoi mai essere certo del rendimento che otterrai. Ci sono però diverse cose (almeno 7) che puoi fare per aumentare le possibilità di avere un buon risultato. Ecco le linee guida che ti possono aiutare a gestire il rischio e a migliorare il potenziale della tua strategia di investimento nel lungo periodo.
Chi è povero? Quanti sono i poveri in Italia? C’è oggi un problema sociale legato alla povertà? Parlare di povertà è difficile, un po’ perché il tema trova di per sé uno scarso successo di pubblico, un po’ perché c’è grande confusione nelle definizioni e nei numeri, anche da parte dei mezzi di informazione.
Il 2014 è stato l’anno dei record per il risparmio gestito. In questi mesi gli italiani hanno investito in fondi comuni oltre 86 miliardi di euro. La raccolta è stata però tutt’altro che equamente distribuita tra le varie migliaia di fondi comuni disponibili ai risparmiatori italiani. I dieci fondi comuni che hanno visto gli afflussi di capitale più consistenti, spesso superiori al miliardo di euro, rappresentano circa il 16% della raccolta totale.
L’asset allocation, ossia la distribuzione di diverse attività di investimento in un portafoglio, è da molti investitori considerata una delle caratteristiche fondamentali per la riuscita o meno di una strategia di investimento. Una recente ricerca suggerisce che probabilmente questo sia vero solo in parte e che tutti stiano perdendo di vista il nocciolo della questione. I costi. Ecco come il quotidiano britannico Financial Times commenta i risultati della ricerca.
Ci sono due risposte a questa domanda. La prima, guardando ai dati pubblicati da Banca d’Italia, dice che il portafoglio dell’italiano medio è composto soprattutto da immobili e per quanto riguardano le attività finanziarie prevalgono quelle liquide e le obbligazioni. Un’altra risposta, forse più calzante, dice che l’italiano medio non esiste.