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L’Italia ama il contante e negli anni della crisi il suo uso di è diffuso ancora di più. Nel frattempo però, a qualche centinaio di chilometri (che sembrano però anni luce), ci sono realtà che già fanno un uso minimo di banconote e monete nella vita di tutti i giorni e si preparano a incentivarne l’uscita dalle abitudini dei cittadini per stimolare l’economia. Ecco cosa succede in Danimarca, in un recente articolo di Quartz.
La SEC, la commissione per la tutela degli investitori e dei mercati, equivalente statunitense della nostra Consob, sta indagando su una delle principali banche americane, JPMorgan, in merito all’uso fatto dalla banca dei propri prodotti nelle gestioni patrimoniali.
La necessità di aumentare gli investimenti degli italiani nell’economia reale è riecheggiata in questi anni nei proclami dei politici e rappresenta effettivamente una grande sfida che, se vinta, potrebbe stimolare l’occupazione e la crescita dell’Italia. Le misure fiscali adottate però in materia di investimenti sono state fino ad oggi parziali, nella migliore delle ipotesi, o spesso in aperto contrasto con questo fine.
Le scelte dei consumatori contribuiscono a cambiare il mercato. Questo succede anche nel mondo degli investimenti, come racconta una recente ricerca sul settore del risparmio gestito americano. Negli ultimi 10 anni gli investitori hanno sottoscritto maggiormente i fondi di investimento con i costi più contenuti, provocando una riduzione dei costi dei prodotti. Lo stesso non è certo accaduto in Italia, anzi, ma non è detto che sia troppo tardi.
Chiudete gli occhi. Pensate a un investitore italiano… se non vi lasciate tentare dall’ideale romanzato del Lupo di Wall Street ma restate con i piedi per terra, probabilmente lo immaginate residente al Nord, benestante, maschio e soprattutto di una certa età. Sareste molto vicini a una corretta fotografia della realtà, una realtà tuttavia che mostra alcuni cenni di cambiamento.
Come funziona la negoziazione dei fondi in Borsa? Come si interpreta il successo dei fondi comuni negli ultimi anni? Quali le sfide per gli investitori nell’attuale contesto macroeconomico?
In Europa aumentano la fiducia dei consumatori e le previsioni di crescita. Un articolo recente su Project Syndicate racconta da dove nasce questo miglioramento degli indicatori e soprattutto perché potrebbe essere dannoso per la sostenibilità di lungo periodo dell’Unione Europea.
I fondi comuni sono acquistabili e vendibili in Borsa, sembra interessante. Dove cerchereste informazioni a riguardo? Andreste sul sito di Borsa Italiana, dove trovereste comunicati stampa e una sezione dedicata. Navighereste poi per il sito di Assogestioni, associazione di categoria del settore del risparmio gestito, dove trovereste… un bel niente.
“Seduta nera in Borsa, bruciati 200 miliardi”, piuttosto che “Boom di acquisti, Ftse Mib +3,4%”. Ogni giorno i media coprono l’andamento delle Borse. Tuttavia, a chi non ha mai acquistato direttamente azioni, il mondo della Borsa risulta spesso oscuro o più simile a un casinò.
Quando arriverà alla laurea, un giovane che si iscrive oggi in un’università italiana, avrà speso per la propria formazione una cifra che si aggira nell’ordine dei 20.000€. Sempre più le famiglie si rendono conto dell’importanza di offrire ai figli questa possibilità e allo stesso tempo dell’impegno economico che questa scelta rappresenta. È quindi importante pianificare con largo anticipo questa eventualità. Ecco alcuni consigli per farlo al meglio.