Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
“Sì ma... quanto ha reso l’anno scorso?”
Ogni volta che vogliamo fare una scelta di investimento chiediamo che rendimenti ha avuto negli ultimi mesi il titolo o il prodotto che stiamo valutando. Ecco un buon modo per incorrere in perdite.
8 anni. È il doppio del tempo che passa tra due edizioni dei mondiali, o delle Olimpiadi. È anche il tempo che passa in media dall’inizio di un processo alla sua conclusione, in Italia. Il ritardo della giustizia civile non è solo un problema delle imprese che sono direttamente coinvolte da vicende giudiziarie, ma è un peso sulle tasche di ognuno di noi.
La nuova direttiva sul mercato degli strumenti finanziari, la MiFID 2, è in cantiere e dovrebbe entrare in vigore nei prossimi anni, una volta formalizzata a livello europeo e recepita a livello nazionale. Negli scorsi giorni però Edouard Carmignac, presidente dell’omonima casa di gestione, ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al vertice di ESMA, l’autorità europea dei mercati e degli strumenti finanziari, scagliandosi contro l’idea che i clienti paghino il distributore di fondi comuni di investimento (la banca o il promotore) solo direttamente e in virtù della consulenza ricevuta, temendo un’espansione della quota di ETF detenuta dai privati.
A fine maggio il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record. Dov ‘è la novità? Forse non c’è, dato che uno dei principali giornali italiani, ha ritenuto opportuno dedicare alla notizia non più di un trafiletto in taglio basso in quarta. Eppure il fatto che, secondo i dati pubblicati ieri da Banca d’Italia, il disavanzo ha raggiunto il nuovo record storico a 2.166 miliardi di euro, 20 miliardi in più rispetto al mese precedente, è una notizia che non deve passare inosservata.
Pagare con il bancomat è diventato un diritto. Dal 30 giugno è stato infatti introdotto l’obbligo per qualsiasi attività commerciale di munirsi di POS, il terminale per effettuare pagamenti elettronici, e di accettare pagamenti con il bancomat per importi superiori ai 30 euro. La manovra è condivisibile ma nasce con dei grandi limiti: impone un forte costo sulle piccole imprese e trasferisce ricchezza alle banche. Vediamo cosa mantenere e cosa pretendere che cambi in fretta, e sgombriamo il campo da facili populismi che sono nati intorno alla vicenda.
Il mercato azionario italiano ha guadagnato negli ultimi due anni quasi il 70%, ma a beneficiare di questi guadagni è stata una quota via via più sottile di investitori, quelli che detengono azioni, solo il 9,2%. La fuga dal rischio ad ogni costo impedisce ai risparmiatori di partecipare ai rialzi dei mercati e arricchisce il settore finanziario che ha finto di rispondere a questa esigenza.
La stragrande maggioranza dei risparmiatori italiani tiene troppa liquidità sul conto corrente. Quali sono i costi che questa scelta comporta?
Dopo mesi di attenzione alle spese, piccoli sacrifici e costanza siamo riusciti ad accumulare sul nostro conto corrente, con una certa soddisfazione, la cifra di 1.000 euro e sappiamo di non averne bisogno a breve perché non abbiamo in programma nessuna grossa spesa.
I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Questa è la fotografia che emerge dal recente rapporto dell’OCSE sulla disuguaglianza che evidenzia come la crisi abbia portato a una forte concentrazione dei redditi nella maggior parte dei paesi considerati. Nel nostro paese il dato riflette una struttura sociale sempre più divisa, non solo sotto il profilo economico.
Spread e tassi di interesse non fanno più paura. Un osservatore distratto potrebbe quindi ritenere che il debito pubblico italiano non rappresenti più un problema. Tuttavia non è per niente così. Detto questo, non serve a nulla essere distruttivi o lamentarsi in maniera acritica, ma è importante invece cogliere l’opportunità offerta da questa finestra di tranquillità sui mercati finanziari per valutare come affrontare la situazione.